loader
menu
© 2024 Eddyburg
Alfio Caruso
Il Grand Tour dei cantieri
16 Giugno 2010
Milano
Una classe politica, e in fondo anche la fetta di società che la conferma da anni alla guida della metropoli, in bilico fra incompetenza e molto peggio. Il Corriere della Sera ed. Milano, 16 giugno 2010 (f.b.)

Di chi è Milano? Chi la sente propria al punto da volerla difendere dai troppi profittatori? Di sicuro non se ne sente interprete e paladina l'attuale classe politica. Chi ama questa città mai avrebbe varato il piano dei parcheggi sotterranei. E le presunte buone intenzioni stanno a zero di fronte ai catastrofici risultati. Il tour delle macerie e degli ingombri da piazza Novelli alla Darsena, da piazza Sant'Ambrogio a piazza XXV aprile, da via Gavirate a piazza Meda stringe il cuore fra esercizi commerciali vuoti e altri con le serrande abbassate. Quanti hanno proposto e accettato che interi quartieri venissero dissestati senza porsi il problema dei disagi sicuri e degli intoppi probabili è risultato nei fatti un nemico di Milano.

Ma alle sue sorti paiono insensibili anche gli abitanti: la presunta società civile— per valutarla basta aver partecipato a una sola assemblea di condominio — avrebbe punito con il voto i responsabili dello sfascio urbano, al di là di ogni considerazione ideologica. Invece sembriamo più interessati all'elevazione di sottotetti e di mansarde, all'invasione abusiva di ogni spazio, allo sberleffo di regole e leggi. Si ha l'impressione che tanti, dopo aver riservato ogni energia alla guerra quotidiana in strada, fra soprusi di ogni tipo, siano alla fine talmente esausti da subire le soverchierie dei propri rappresentanti. D'altronde li abbiamo eletti noi: quanto meno siamo corresponsabili delle scelte che ci si ritorcono contro.

Milano vive fra annunci roboanti e realtà assai modeste. Da quanti anni vengono ripetute le promesse sulla cittadella della giustizia, sul polo museale, sulle due nuove metropolitane? I turbamenti dell’amministratore delegato dell'Expo prevalgono sulle sorti della stessa Esposizione universale, che dovrebbe costituire una straordinaria opportunità, ma ogni giorno sembra allontanarsi. Da molti interventi traspare la preoccupazione di non farcela, in parecchi emerge quasi il disappunto di aver ottenuto la designazione: sono bastati trenta mesi per trasformare una strepitosa vittoria, che aveva fatto parlare di sistema Paese, in una possibile iattura. Eppure Milano ha sempre vinto le sfide cominciando dalla ricostruzione della Scala nel '45. In dieci anni furono approntati oltre sessanta chilometri di linee metropolitane. Già allora risaltavano condotte spregiudicate, però qualcosa rimaneva alla comunità.

Oggi fra tangenti celate nei pacchetti di sigarette e atteggiamenti di ordinaria soverchieria maschilista s'avanza una generazione di mezze calzette. La corruzione dilaga e ai milanesi restano in mano solo le promesse del sindaco, degli assessori, dei consiglieri di ambo gli schieramenti. Spesso si vantano di essere prestati alla politica, ma che rimpianto per quei bei professionisti di una volta. E che rimpianto per quei bei milanesi di una volta capaci di eleggere chi sapeva soddisfare i bisogni dei concittadini, oltre ai propri.

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg