Il progetto di trasformazione della centrale termoelettrica di Porto Tolle da olio combustibile a carbone sta vivendo fasi concitate degne di un thriller giudiziario ad altissima tensione. In questo caso, però, la posta in gioco non è virtuale, ma è la salute dei cittadini e la qualità ambientale di una delle zone di maggior rilievo naturalistico d’Europa. Parliamo del Parco del delta del Po, che già aveva dovuto subire, a partire dagli anni ’70, un disastroso impatto ambientale per la costruzione della centrale tuttora esistente.
Incuranti delle normative che prescrivono, per le centrali ubicate nei territori dei Comuni del Parco l’uso del metano o di altro combustile a minore impatto e per superare la sentenza del Consiglio di Stato che , su ricorso di Italia Nostra e di altre Associazioni, ha recentemente (23 maggio 2011) annullato una scandalosa valutazione di impatto ambientale sottoscritta dal Ministero dell’Ambiente e favorevole alla trasformazione, Enel e Regione Veneto propugnano ora un disegno di legge che dovrebbe modificare la LR istitutiva del Parco.
Ma non solo, da una verifica sul recentissimo testo del Decreto legge “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria” risultano, all’art. 35, due provvidenziali commi studiati appositamente per rendere possibile il progetto di trasformazione: siamo alla versione energetica delle leggi ad aziendam!
Italia Nostra si schiera contro questo progetto per difendere un’area ambientale preziosissima e fragile, riaffermare le ragioni di una politica energetica che si fondi su studi scientifici chiari e rigorosi e non sui pressapochismi ossimorici del carbone “pulito” e ribadire, con forza, la necessità di un ripristino della legalità.
Come ormai troppo spesso succede anche in altre situazioni analoghe, infatti, questa vicenda è accompagnata da palesi abusi normativi, da omissioni e da ripetuti tentativi di addomesticamento delle leggi: ogni attentato alla legalità è una ferita alla democrazia.
Ferita ribadita, peraltro, dalle distorsioni informative di questi mesi e, in particolare, di queste ultime settimane, operate da chi, per coprire gli interessi economici in gioco, non ha esitato ad oscurare le ragioni di chi come Italia Nostra si oppone al progetto e ad usare tutta la panoplia ricattatoria relativa alla perdita dei posti di lavoro in caso di annullamento della riconversione a carbone.
Eppure a fianco di Italia Nostra si sono schierati, da subito, gli operatori turistici, i pescatori, gli agricoltori, tutti i cittadini consapevoli che esistono modelli di sviluppo alternativi ed ecosostenibili in grado di garantire un grado di benessere e di qualità della vita e dell’ambiente incomparabilmente superiore e duraturo nel tempo rispetto a quello arcaico, ecologicamente e tecnologicamente, proposto da Enel.
Per illustrare le proprie ragioni assieme alle altre Associazioni (Legambiente, WWF, Greenpeace) e comitati che condivono questa battaglia, Italia Nostra organizza per martedì 12 luglio a Rovigo un incontro pubblico a cui sono invitati tutti i cittadini.
Sul sito nazionale di Italia Nostra, inoltre, è possibile consultare, con aggiornamenti costanti, documenti e la rassegna stampa relativa all’intera vicenda.
Lasciateci i vostri commenti: Porto Tolle rappresenta un caso esemplare di disinformazione e di prevaricazione dei nostri diritti ambientali e sociali, in questo senso ci riguarda tutti.