Titolo originale: Council rejects Wal-Mart – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini
VANCOUVER – È stato uno choc per tutti.
Il Wal-Mart “verde” pensato appositamente per Vancouver è stato respinto a schiacciante maggioranza martedì dal consiglio municipale, dopo che i costruttori avevano passato quattro anni lavorando al progetto, e gli oppositori altrettanti facendo battaglia contro.
Solo il sindaco Larry Campbell e due consiglieri di opposizione della Non-Partisan Association hanno sostenuto il negozio big-box in un’area già destinata a commercio di automobili, sulla Southeast Marine Drive a Main.
In un raro caso di unità su un problema controverso, entrambe le fazioni dell’alleanza di centro-sinistra che compone la Coalition of Progressive Electors hanno votato insieme l’opposizione al progetto: una mossa che è stata una sorpresa per il gruppo COPE Classic, più a sinistra.
Tutti hanno poi votato nello stesso modo contro un grosso negozio di pneumatici della Canadian Tire proposto per un’area vicina.
Questa decisione a sorpresa ha entusiasmato gente come Louise Seto, abitante del sud-est Vancouver che ha guidato una campagna contro entrambi i negozi big-box.
”Credo che abbiano dato un senso all’idea di visione complessiva per la città. Hanno messo i denti dietro le parole” dice.
Ma chi ha lavorato sui progetti di Wal-Mart e Canadian Tire è rimasto esterrefatto dalla decisione, che molti credevano molto più equilibrata del secco 8 a 3 emerso martedì.
L’architetto Peter Busby, noto per i suoi orientamenti verso la progettazione sostenibile che ha progettato un Wal-Mart con turbine a vento sul tetto, luce naturale, e un significativo livello di efficienza energetica, dichiara di essere terribilmente sconcertato.
”Vancouver ha perso una importante occasione. La cosa è diventata un fatto politico. Non c’entra il progetto. Non c’entrano le questioni urbanistiche”.
Il consulente immobiliare locale di Wal-Mart, Darren Kwiatkowski della First-Pro Shopping, si dichiara “sbalordito e disorientato” per il fatto che il consiglio abbia respinto una proposta sostenuta sia dal gruppo di progettazione che dagli uffici municipali responsabili.
Anche se, dice, è troppo presto per capire cosa voglia fare la Wal-Mart, che non necessariamente rinuncerà al progetto.
”Il terreno è loro. E col sostegno degli esperti e della città faranno quello che possono per continuare”.
Non è il primo Wal-Mart respinto al mondo, e nemmeno nell’area della Lower Mainland. Surrey ha bocciato un progetto qualche anno fa, anche se il consiglio poi alla fine ha approvato un negozio in un’area vicina.
Ma la cosa diventa immensamente simbolica nel caso di Vancouver, come una battaglia fra la libera impresa e la tutela dei quartieri.
Probabilmente sarà una questione centrale nelle elezioni del prossimo novembre.
Gli oppositori sostengono che avrebbe distrutto tutto quello che la città ha fatto sinora per tutelare i centri di quartiere e sostenere la vivibilità urbana, oltre a portare nella zona congestione da traffico e inquinamento.
Il consigliere Anne Roberts, che ha guidato la carica contro Wal-Mart in città da prima di essere eletta, dice che la zona sud di Vancouver “non è una discarica per commercio big-box”.
Il consigliere Jim Green sostiene che semplicemente non ha senso economico.
”Quello che ci fa essere una buona comunità d’affari è la nostra unicità”.
Due consiglieri, Tim Louis e Ellen Woodsworth, sono gli unici ad affrontare la spinosa questione delle politiche d’impresa di Wal-Mart.
Nel suo caratteristico stile senza peli sulla lingua, Louis ha definito la compagnia “uno dei più grandi criminali a livello mondiale”, che consente ai fornitori di sfruttare il lavoro minorile, e regala soldi al regime di Bush negli Stati Uniti.
Louis sbeffeggia la progettazione ambientalista del negozio.
”Una fabbrica di armi con un mulino a vento resta pur sempre una fabbrica d’armi” dice.
I consiglieri Peter Ladner e Sam Sullivan sostengono che la città ha predisposto una zona commerciale servita da grandi arterie stradali allo scopo specifico di contenere esercizi come questi, e che è uno schiaffo alle attività economiche far spendere alle imprese migliaia di dollari in buona fede per progetti che vengono bocciati per motivi ideologici.
Il sindaco Campbell crede che Vancouver avrebbe potuto avere di più spingendo Wal-Mart alla progettazione ecologica, e magari favorendo per la prima volta la presenza del sindacato nel negozio, piuttosto che chiudendolo fuori dalla città.
La gente si aspettava che qualcuno dei consiglieri COPE, che normalmente sostengono Campbell, la fazione COPE Lite che comprende Tim Stevenson, Raymond Louie, e Green, avrebbe sostenuto il progetto.
È stata questa convinzione a incoraggiare i promotori di Wal-Mart a proseguire il lavoro in collaborazione col consiglio.
Ma nessuno l’ha fatto, si ritiene da parte di alcuni per continuare a ricevere sostegno elettorale dai gruppi sindacali nelle prossime elezioni municipali. Organizzazioni come la Canadian Union of Public Employees o la Vancouver and District Labour Council hanno regolamente offerto cospicue somme di denaro, giocando un ruolo importante.
Ma Green dice di non aver niente a che fare con questo.
Dice di ricevere donazioni sia da gruppi economici che sindacali, e che “Non ho mai cercato voti negli interessi economici”.
Nota: il testo originale al sito del Vancouver Sun (f.b.)