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Teresa Monestiroli
Il Comune rilancia il Tunnel
24 Marzo 2011
Milano
Ritorna dalla finestra la voragine dell'arteria autostradale fuori tempo sotto la città. La Repubblica Milano, 24 marzo 2011 con postilla (f.b.)

Il progetto del tunnel Linate-Expo procede spedito verso il via libera della giunta, che potrebbe arrivare addirittura prima della fine della legislatura. Nonostante la decisione del consiglio comunale di vincolare l’opera al nuovo Piano urbano della mobilità (ancora tutto da scrivere), dopo l’approvazione del Piano di governo del territorio (dove rientra nel capitolo sulle infrastrutture) il progetto della maxigalleria sotterranea ha subito un’accelerata. Il tempo stringe e i privati fanno pressione perché il Comune sciolga la riserva al più presto, in modo da bandire la gara d’appalto entro questa primavera e iniziare i lavori di scavo a fine anno. Solo così, scrive la società Condotte nel piano di fattibilità presentato al direttore generale di Palazzo Marino prima di Natale, si potrà arrivare in tempo per l’Esposizione del 2015 con i primi quattro chilometri di galleria da Garibaldi a Cascina Merlata.

I tecnici sono al lavoro da settimane e ieri, in un vertice tra Comune e privati, il progetto è stato sbloccato. Almeno a parole. L’amministrazione ha accolto con favore la proposta di Condotte (pronta a imbarcare nella partita Impregilo, visto che Torno è fallita) e chiede solo alcune modifiche tecniche. Cambiamenti che ieri il rappresentante di Condotte ha già spiegato di essere in grado di mettere in pratica senza problemi. Quindi, se tutto filerà liscio - e in vista non c’è alcun freno politico che possa mandare all’aria il cronoprogramma - entro un paio di settimane i privati riceveranno la lettera ufficiale con l’interesse del Comune. Poi, a metà aprile, la delibera approderà in giunta per l’ok politico al progetto.

Un via libera che dovrà essere confermato anche dal consiglio comunale, a questo punto non prima di settembre visto che fra una settimana l’assemblea si scioglierà e nei mesi di aprile e maggio potrà riunirsi sono per discutere provvedimenti urgenti. È chiaro che se il consiglio dovesse bocciare il progetto il parere della giunta non conterà più nulla.

Arriverà il benestare della politica? Al momento non sembrano esserci ostacoli visto che sia il sindaco sia gli assessori coinvolti - Carlo Masseroli (Urbanistica) e Bruno Simini (Lavori pubblici) - hanno più volte espresso parere positivo per la mastodontica opera che verrebbe interamente finanziata dai privati (costerà 2 miliardi e mezzo) e che, una volta realizzata, porterà sotto terra 110mila auto al giorno.

Eppure approvare un intervento così imponente a un mese dalle elezioni potrebbe risultate rischioso. Quindi non è da escludere l’ipotesi di una frenata improvvisa all’ultimo momento per rinviare la questione alla prossima giunta. Il sindaco Moratti non fa alcun accenno al tunnel nel suo programma elettorale. I privati però insistono: «Le infrastrutture non hanno colore politico - commenta un rappresentante di Condotte - O servono o non servono. Milano deve rispondere solo a questa domanda: se la risposta è sì, più tempo si perde a decidere più tardi si arriva alla consegna del tunnel. Expo è vicino e la galleria, assieme alla M4, potrebbe essere uno degli accessi principali ai padiglioni». L’occasione «è d’oro», e arrivati a questo punto un rinvio potrebbe anche voler dire cancellare del tutto il progetto dalla Milano del futuro. Cosa, tra l’altro, che il centrosinistra ha già promesso di fare in caso di vittoria.

postilla

lo spiega perfettamente anche l’articolo, senza bisogno di particolari giri di parole: il tunnel serve a chi lo costruisce, eventualmente agli interessi di chi intende “valorizzare” immobili esistenti e non lungo il corridoio coinvolto, e per nulla alla città e al territorio.

A meno che per servizio non si intenda risucchiare una enorme quantità di risorse e aspettative verso un progettone anni ’50-’60 che ignora allegramente tutto il dibattito attuale sulla città sostenibile, la mobilità integrata, e ci ributta in sostanza a un modello urbano tipo la Milano di Piero Portaluppi-Cesare Albertini, quella che già nel dibattito sul Prg degli anni ’50 gli osservatori attenti definivano minacciosa e mastodontica. Una grossa bestia insomma, come chi ispira e sostiene certe decisioni, micidiali per tutto tranne il conto in banca dei soliti noti (f.b.)

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