loader
menu
© 2024 Eddyburg
Elisabetta Soglio
«Il Cerba sarà il centro di ricerca più avanzato di tutta Europa»
23 Aprile 2012
Milano
Con entusiasmo degno di miglior causa, voci autorevoli confondono le acque sul tema cittadelle della salute. Corriere della Sera Milano, 23 aprile 2012, postilla. (f.b.)

L'Accordo di programma è stato approvato nel 2009. La firma al Piano Integrato d'Intervento risale invece ad un anno fa, al 15 aprile 2011. Ora, il progetto per il Cerba è tornato sul tavolo del sindaco Giuliano Pisapia, accompagnato da una lettera del presidente della Fondazione, il professor Umberto Veronesi, anima e testa di questa idea «che porterebbe a Milano il centro di ricerca biomedica più avanzato d'Europa». Il tema è caldo, anche perché in questi ultimi giorni si è dibattuto dell'ubicazione della Città della Salute che invece unirebbe Istituto dei Tumori e Besta (sulle aree ex Falck di Sesto, o come suggerito dal Comune, nella ex caserma Perrucchetti?).

Il progetto del Cerba nasce prima. E, nel frattempo, qualcosa è cambiato: nel senso che i terreni sui quali dovrebbe sorgere questo centro multifunzionale (raggrupperebbe lo Ieo, il Monzino e il Besta) erano originariamente di proprietà della società Im.Co del gruppo Ligresti per la quale i pm hanno appena chiesto il fallimento. Ma, prima ancora dell'intervento del tribunale, si era già deciso di affidare le aree a un fondo di investimento che comprende una serie di banche, tra cui Unicredit, che gestirebbe l'intera operazione finanziaria: a costo zero per gli enti pubblici.

Nel suo studio, il professor Veronesi parla con passione di un progetto «anticipatore dei tempi, visto che in un prossimo futuro la sanità dovrà cambiare molte delle sue politiche e strategie». Anzitutto perché, «abbiamo avuto la rivoluzione del dna, che ci impone una ricerca difficile e costosissima». Poi, perché «stiamo assistendo ad una continua evoluzione della tecnologia anche in campo medico». Infine perché «dobbiamo definire un nuovo rapporto tra medico e paziente, che si deve riflettere anche in un diverso modo di concepire le architetture ospedaliere». Il Cerba potrebbe anticipare i tempi proprio perché riuscirebbe a dare una risposta a tutte queste rivoluzioni. «Unire tre istituti di eccellenza — riassume Veronesi — significa creare un grande centro di ricerca sul Dna che può servire l'oncologia, la cardiologia e la neuroscienza: così, gli apparecchi diagnostici e di cura sarebbero a disposizione di tutti e sarebbe più semplice ammortizzare i costi elevatissimi». Per quanto poi riguarda l'aspetto umano, il disegno del Cerba, elaborato dall'architetto Renzo Piano, abbraccia e traduce in urbanistica la filosofia del «malato al centro» garantendo tra l'altro che metà dei terreni, quindi oltre 300 mila metri quadrati, saranno destinati a parco pubblico.

«Una Città della Salute — incalza il sociologo Guido Martinotti — va sostenuta in tutti i modi. E ci sono almeno tre motivi per cui vedrei bene il progetto Cerba. La prima è che quell'area abbandonata rappresenta oggi una sorta di buco, alla fine della città urbanizzata e prima dello Ieo: certo, è all'interno del Parco sud ma al Parco sud va data qualche funzione urbana, altrimenti finisce degradato, come in questo caso, o mangiato poco alla volta da speculazioni incontrollate». Secondo tema posto da Martinotti è che «questa zona è facilmente accessibile con le auto e i mezzi, al contrario ad esempio di quello che succederebbe se si realizzasse la Città della Salute nel cuore di Milano, dove c'è la Caserma Perrucchetti». Infine, «lo sviluppo delle periferie va equilibrato. Un centro di ricerca a Sesto sovraccaricherebbe il nord Milano, mentre c'è bisogno di qualificare la zona sud della città».

Insiste Veronesi: «Il nostro è un progetto modulare e flessibile, che consentirebbe di riattivare la parte agricola, di valorizzare un'area oggi abbandonata e di rappresentare un'eccellenza per Milano». Quanto ai tre istituti, «ciascuno manterrebbe la propria autonomia giuridica e amministrativa», godendo dei vantaggi della vicinanza: «Avremmo un'unica piattaforma in cui condividere conoscenze e tecnologie, realizzando sinergie e diventando punto di riferimento per i pazienti che qui troveranno le cure migliori e la migliore ricerca».

postilla

Ormai ci restano solo due certezze: 1) il Corriere della Sera non è la Pravda , nel senso che non segue una precisa, granitica, immutabile linea, e 2) il giornalismo di inchiesta, che tallona la notizia e i suoi protagonisti, sta un pochino fuori dalla grande tradizione italo-meneghina. Avevamo salutato con favore l’emergere sulla stampa locale di una “scoperta”, ovvero che il problema della salute, della ricerca scientifica, del ruolo socioeconomico di Milano, era difficile da valutare pensando costantemente al rapporto fra metri quadri, metri cubi, localizzazioni e relative proprietà e interessi. Certo quello poteva essere – le cose vanno anche così – uno dei motori per avviare la macchina, ma la questione non si poteva mortificare in quel modo. E invece rieccoci al punto di partenza, stavolta coinvolgendo oltre al solito Veronesi (detentore del brevetto eccellenza scientifica = scelta dell’area) anche il sociologo Guido Martinotti, che famoso per aver divulgato il concetto dei flussi vaganti di city users metropolitani adesso evidentemente si presta per dichiarazioni à la carte anche sul ruolo della greenbelt (che sarebbe valorizzata costruendoci sopra la famosa eccellenza). Evidentemente travolta dall’entusiasmo, la prosa dell’articolo si spinge a tirar dentro l’allegra compagnia anche l’archistar Renzo Piano, attribuendogli il progetto del Cerba: ma non era dello studio di Stefano Boeri? Basterebbe dare un’occhiatina veloce ai ritagli di qualche anno fa per verificarlo, inclusi quei renderings con la via Ripamonti a sei corsie ma verniciate di verde per non dare nell’occhio, o le colline dell’Oltrepo traslocate per l’occasione a ridosso della Tangenziale. Insomma, parafrasando il Grande Timoniere: grande è la confusione sotto il cielo, e qualcuno ci marcia alla grande. O almeno ci riprova (f.b.)

(per i lettori occasionali del sito: i "ritagli" del dibattito pregresso a cui si riferisce la postilla sono tutti disponibili anche su queste pagine, stessa cartella Milano, a decine: basta sfogliare, miracoli della scienza anche senza metri cubi!)

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg