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"Il caso Grass e i piccoli segni dell’indifferenza"
23 Agosto 2006
Lettere e Interventi
Carl Wilhelm Macke, da Monaco di Baviera

Il “caso Grass”, esploso in questi giorni estivi in Germania, sembra molto chiaro e facile da spiegare. Uno scrittore molto famoso in tutto il mondo ha confessato, a quasi ottant’anni di essere stato combattente nella “Waffen-SS” di Hitler. Subito dopo la confessione in pubblico quest’uomo diventa per la maggioranza die giornalisti e per la classe dirigente del Paese una persona non grata. Da anni questi sono stati riflessi fissi in un paese come la Germania, che ha fatto insomma una forte prova di coscienza con la propria storia recente.

Ma la confessione di Guenter Grass ha disturbato molto sopratutto il popolo di sinistra, gli amici riformisti di Willy Brandt ed anche i sessantottini antifascisti, per esempio di Joschka Fischer, l’ex-ministro verde del governo Schroeder. Grass è stato da decenni un loro simbolo, quasi ‚il padre indiscusso’ dell’altra Germania perchè ha polemizzato sempre durissimamente contro la rimozione della storia nazista sopratutto fra i politici di Destra. Tutti sapevano che Grass non ha participato alla Resistenza contro il Nazismo e lui non ha mai tacito su questa tappa della sua biografia. Ma è anche vero che Grass finora non ha detto niente sulla sua breve esperienza come giovanotto nella Waffen SS, la parte più crudele ed aggressiva della “Wehrmacht”. Anche secondo tanti amici personali o intellettuali di Grass il suo silenzio su questo pezzo della sua biografia è stato un errore grave e difficile da capire.

Ma per il “popolo di destra” in Germania il Caso Grass è diventato subito una bella occasione per fare a pezzi tutti i valori antifascisti per quale Grass ha fatto tantissime battaglie con i suoi libri ed interventi politici. Insieme col bollore artificiale di un risveglio patriottico durante i mondiali di calcio, la caduta dell’icona antifascista Grass sta alimentando in Germania una nuova stagione della destra aggressiva, finora priva di un vero leader ed di un partito forte. Per respingere questa onda di anti-antifascismo serve anche attenzione dall’estero come ha dimostrato molto chiaramente per esempio Claudio Magris con la sua difesa dello scrittore Grass (v. Corriere della Sera, 19.8.2006). Magris non ha giustificato lo strano silenzio di Grass, ma ha difeso in modo convincente la sua opera letteraria ed anche la sua battaglia politica per un altra Germania civile, democratica ed aperta verso il mondo. “Il merito politico“ ha scritto Magris, di essersi battuto per questi ideali resta, a prescindere dai fantasmi che sino a poco fa gli hanno impedito di sbarazzarsi di quel peso”.

Per concludere, in Germania siamo molto sensibili, forse troppo, ai segni di nostalgia o quasi nostalgia per il “Terzo Reich”. Perciò – per venire all’Italia, che amo - la pubblicità "Terzo Reich" sulla homepage della Repubblica di questa settimana mi ha molto sorpreso. Naturalmente - almeno lo spero - non sono Nazi-Fascisti quelli che fanno questo pubblicità, ma secondo me c'e sempre una grande ambiguità. Recentemente ho visto in un Autogrill vicino a Verona bottiglie di vino con Hitler, Mussolini ecc. sulle etichette. “Quando le parole diventano irrilevanti cade un impegno politico” ha detto una volta Vittorio Foa. Ma un impegno politico cade anche quando i piccoli segni dell'indifferenza diventano irrilevanti.

Grazie della testimonianza e dell’amonimento. Qui il link all’articolo di Claudio Magris

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