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Andrea Bonanni
I risparmi dell´alto commissario
11 Luglio 2008
Articoli del 2008
Cronache dell’allontanamento dell’Italia dall’Europa. La Repubblica, 10 luglio 2008

I rom li schediamo per proteggere i bambini. Le moschee le chiudiamo per motivi urbanistici. L´Alto Commissariato per la lotta alla corruzione, invece, lo sciogliamo per tagliare la spesa pubblica. La decisione è contenuta in un articoletto passato inosservato del decreto legge del 25 giugno scorso. Un Paese che, secondo le classifiche di Trasparency International, risulta al quarantunesimo posto nella graduatoria mondiale sulla corruzione dei poteri pubblici, appena sopra la Malesia, ha deciso che l´Alto Commissario non ci serve. Protesta il Consiglio d´Europa, dove l´Italia aveva appena aderito allo speciale organismo per la lotta alla corruzione. E annuncia che «chiederà spiegazioni» al governo italiano.

In realtà la creazione dell´Alto Commissario deriva da una serie di impegni internazionali assunti dall´Italia. Oltre che dal Consiglio d´Europa, la presenza di una autorità nazionale indipendente che vigili sull´onestà dei funzionari pubblici è prevista anche dalla Convenzione dell´Ocse. E soprattutto dall´articolo 6 della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla corruzione, che l´Italia si è impegnata a ratificare prima di assumere la presidenza del G8, che della lotta alla corruzione ha fatto una priorità. I casi sono due: o non aderiamo alla convenzione Onu, oppure ricostituiamo l´Alto Commissariato dopo averlo abolito. Con un indubbio aggravio per la spesa pubblica.

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