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Vittorio Emiliani
I nemici della Resistenza
23 Gennaio 2009
Articoli del 2009
Ricordo di Arrigo Boldrini, eroe della Resistenza oltraggiato dai revisionismi di una destra incapace di accettare la storia. Dal’Unità, 23 gennaio 2009 (m.p.g.)

Criminalizzare la Resistenza, i suoi eroi è una pratica diffusa, tesa a dimostrare che democrazia e Costituzione sono nate dalla vendetta, dal sangue dei vinti. Ci provarono, attivamente, anche nei primi anni ’50: a migliaia (5.144 soltanto a Modena), ex resistenti vennero incarcerati e processati. Dopo mesi e anni di galera molti furono assolti. Ora la destra getta nuovo fango su Arrigo Boldrini, decorato sul campo di medaglia d’oro dal generale dell’VIII Armata, Richard Mac Creery. Organizzatore della più incredibile e coraggiosa resistenza di pianura. Nel Ravennate nazisti e repubblichini fra i più feroci imperversarono: 70 stragi, 426 civili uccisi, intere famiglie (Baffè, Foletti, Orsini) spente. Uno dei suoi uomini, il ventiduenne Umberto Ricci, torturato, ferito, malato, scrisse ai genitori e agli amici: «Io ho l’onore di rinnovare qui a Ravenna l’impiccagione. Però non ho nessuna paura della morte». Impiccato con Lina Vacchi il 24 agosto ’44 al Ponte degli Allocchi, fu lasciato marcire appeso. Dieci suoi compagni vennero fucilati.

Agli uomini di Bulow dobbiamo anche la salvezza dei monumenti ravennati. Gli Alleati erano decisi a bombardare preventivamente la città. Boldrini li scongiurò: «I nazifascisti si sono già ritirati». Poi chiese e ottenne di venire incorporato nell’VIII Armata. Bulow sperava - me lo disse anni dopo - di arrivare con gli Alleati fino a Trieste e di costituire una sorta di cordone protettivo rispetto ai partigiani di Tito. Purtroppo non gli fu concesso. Nel 1949 alcuni dei suoi furono accusati di aver partecipato all’eccidio di Codevigo: assolti. Nel ’91 la Procura di Padova giudicò «infondata» un’altra denuncia. Anche Cossiga lanciò un’accusa contro Bulow, per poi riconoscere che «fonti storiche e giudiziarie escludono in modo inoppugnabile tale coinvolgimento». Ora ci riprovano, infami.

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