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I due presidenti di Legambiente
23 Maggio 2006
Articoli del 2005
In un paese in cui per sostenibilità si intende sopportabilità il compito delle associazioni ambientaliste potrebbe essere notevole. In realtà non è così, anche per la grande confusione di ruoli, di cui questo articolo di Aprile online del 15 novembre 2005 testimonia un aspetto

I due presidenti di Legambiente

In un paese in cui per sostenibilità si intende sopportabilità il compito delle associazioni ambientaliste potrebbe essere notevole. In realtà non è così, anche per la grande confusione di ruoli, di cui questo articolo di Aprile online del 15 novembre 2005 testimonia un aspetto

Francesco Rutelli, qualche giorno fa, ha incontrato i rappresentanti della Margherita del Piemonte per ribadire che, con tutti i controlli e le garanzie ambientali del caso, la Tav sulla Torino-Lione dovrà essere realizzata. Ermete Realacci, deputato della Margherita e presidente onorario di Legambiente (dopo esserlo stato a tutti gli effetti per quasi un ventennio), ha assunto ovviamente la stessa posizione anche se la sua associazione è pienamente impegnata nel movimento popolare che da alcune settimane anima la Val di Susa con cortei e dibattiti contro il progetto di alta velocità.

Roberto Della Seta, il vero presidente di Legambiente, a differenza del presidente ad honorem della stessa associazione, ha infatti espresso il sostegno alla difficile vertenza apertasi in Val di Susa, annunciando la propria presenza alla manifestazione del 16 novembre: "Vogliamo testimoniare la nostra vicinanza a un movimento che, grazie al forte esempio di coesione di un'intera comunità locale, ha posto all'intero paese un interrogativo sulle infrastrutture di sviluppo e di cui i circoli Legambiente della Val di Susa e del Piemonte sono da sempre tra gli animatori". "La Tav – continua Della Seta – non è solo una nuova ferita in una valle già gravata da troppe infrastrutture di trasporto, è anche la risposta più sbagliata, inefficiente e costosa per rispondere alla necessità di ridurre il traffico autostradale e razionalizzare il trasporto internazionale delle merci".

Non è solo il vero presidente di Legambiente a pensarla in questo modo. La Commissione intergovernativa italo-francese ha a disposizione i dati dello studio da lei stessa commissionato nel 2000. In base a questa ricerca, la nuova trasversale ferroviaria non avrà nessun effetto rilevante sul traffico autostradale attuale. Si stima infatti che essa servirà a trasferire su ferro meno dell'1% delle merci che viaggiano su strada dirette al tunnel del Frejus. A seguito di questi dati, ma anche per effetto di una continua diminuzione di domanda di trasporto lungo le direttrici transalpine tra Italia e Francia, i nostri vicini d'oltralpe hanno ridotto fortemente la propria disponibilità a investire su questo collegamento, che - sebbene si svolga per due terzi in territorio francese - sarà in gran parte a carico delle già magre finanze italiane.

"Per ridurre il traffico stradale occorrono infrastrutture che migliorino l'accessibilità alla ferrovia esistente, che dispone di immense capacità inutilizzate, ma anche credibili politiche di limitazione del traffico stradale e incentivi al suo trasferimento su ferro – fa sapere Vanda Bonardo, presidente di Legambiente in Piemonte – La Svizzera lo sta facendo, dimostrando non solo che è possibile ridurre il traffico pesante, ma anche favorire la nascita di gruppi industriali competitivi e moderni capaci di gestire con efficienza il trasporto intermodale. Il tunnel del Frejus servirà solo a chi lo costruirà e non al trasporto ferroviario. La finanziaria ha ridotto fortemente i fondi per le Ferrovie legati agli interventi ordinari di adeguamento, manutenzione e acquisto dei treni e vogliamo spendere 15 miliardi di euro per quest'opera pronta tra dieci anni?".

"Se come speriamo – sostengono ancora Roberto Della Seta e Vanda Bonardo in una dichiarazione congiunta – la lotta della popolazione della Val di Susa avrà successo, forse i soldi che il nostro paese risparmierà potranno essere finalmente investiti per attivare politiche e infrastrutture di vero sviluppo. Per questo, il conflitto sostenuto dai cittadini della Val di Susa è benefico per il nostro paese e per la sua competitività sul medio e lungo periodo". La stessa posizione si può leggere su "la Nuova ecologia" (www.lanuovaecologia.it), il mensile di Legambiente.

Allora, qual è la vera posizione di Legambiente? Quella del presidente onorario Realacci o quella del presidente effettivo Della Seta e della presidente della sezione Piemonte della più blasonata associazione ambientalista d'Italia? Per non generare equivoci, basterebbe che chi fa il deputato e ha scelto questo modo di fare politica non svolgesse anche altre funzioni, seppure ad honorem. L'autonomia tra associazioni, movimenti e partiti dovrebbe essere un dato acquisito per non generare antipatici conflitti d'interessi.

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