Questi industriali nostalgici! Per contrastare un'opera dannosa e devastante adoperano contro chi protesta un linguaggio che usavano i nazisti contro i partigiani. Il Sole 24Ore, 27 aprile 2017, con riferimenti
L’episodio ultimo è l’ennesimo di una serie. Domenica scorsa, infatti, per consentire che un’autobotte innaffiasse gli ulivi espiantati e sistemati nella stessa area di cantiere con una soluzione provvisoria, al contrario degli altri rimessi a dimora a masseria del Capitano, è stata necessaria la scorta dei Carabinieri e della Polizia locale di Melendugno perché il presidio No Tap impediva l’accesso e anche lo svolgimento di una semplice operazione finalizzata ad assicurare il mantenimento degli alberi. E appena qualche giorno prima era stato necessario l’impiego di un centinaio di poliziotti e delle ruspe per effettuare gli ultimi espianti nell’area del microtunnel del gasdotto, tutti lavori per i quali Tap non solo è autorizzata ma s’è vista riconoscere la regolarità anche dal Tar. Ruspe resesi necessarie per abbattere le barricate stradali, parte delle quali fatte anche con le pietre portate vie dai muretti a secco della campagna. Senza trascurare, infine, che lo stesso espianto dei 211 ulivi, anche se provvisorio, nelle scorse settimane è stato possibile solo perché le forze di polizia hanno massicciamente presidiato l’area evitando che le proteste accese degenerassero in scontri
riferimenti
sull'argomento vedi su eddyburg i seguenti articoli: TAP Mafia e soldi sporchi dietro il gasdotto, da l'Espresso, 1 aprile 2017, Montanari: l'Italia del No è la migliore, da Micromega, 15 aprile, La lunga storia dell'opposizione, da Lettera43, 23 aprile 2017, Sul gasdotto l'OK del Consiglio di Stato, da la Repubblica, 28 marzo 2017