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Blaine Harden
Grosso, più grosso, enorme: il suburbio taglie forti
11 Dicembre 2005
Articoli del 2004
Un articolo di costume un po' datato, che con leggerezza modaiola racconta i particolari di un fenomeno dai risvolti vagamente inquietanti. Dal New York Times del 20 giugno 2002 (fb)

Titolo originale Big, Bigger, Biggest: The Supersize Suburb – traduzione di Fabrizio Bottini

Potomac, Maryland. – Date un’occhiata alla camera matrimoniale di Bob e Wendy Banner.

Occupa circa un terzo del secondo piano nella loro casa di 800 metri quadrati, qui nei sobborghi di Washington, e lo spazio principale inizia con una stanza spaziosa contenente un letto extralarge. Oltre questa, un salotto con caminetto, angolo bar, frigorifero e televisione. Più in là un bagno con vasca a incasso nel pavimento, altro caminetto e televisore nascosto dietro a uno specchio. Oltre questo, lo spogliatoio-sgabuzzino della signora Banner, 15 metri quadri, la dimensione di una stanza da letto media. Infine c’è lo spogliatoio del signor Banner, delle dimensioni di una piccola stanza. Ci racconta la signora che quando vengono in visita amici da New York, esclamano sempre: “Potrei farci entrare tutto il mio appartamento, nella tua camera da letto!”.

La cosa più notevole, di questa suite da letto, comunque, è la sua normalità. Secondo gli standards “più-che-grande” delle case nei sobborghi di Washington, i Banners non vivono affatto in tutto questo spazio, nonostante la casa abbia sei stanze da letto, nove da bagno, due studi, una cantina per il vino, una stanza per musica e video e quattro colonne da otto metri stile Via col Vento sulla veranda. Il tutto per due adulti e due figli.

La casa americana si è gonfiata per decenni. Si è gonfiata anche se sta su un lotto più piccolo. Si è gonfiata anche se ci vive una famiglia più piccola. Anche l’imponente e ostentata “MacMagione” suburbana si sta ingigantendo, come le megacase come quella di Bob e Wendy Banner che spuntano via via in tutti gli Stati Uniti.

In nessun posto l’ipertrofia della casa americana è più concentrata che nei sobborghi d’ élite di Washington, con la zona di Potomac all’epicentro. Nella lunga corsa nazionale verso spazi [privati] sempre più ampi, i quartieri dormitorio ad alto reddito a nord e a est della capitale si sono piazzati alla testa del gruppo, in versione extralarge. Le case enormi sono per il suburbio di Washington quello che il granturco è per lo Iowa. Cinque dei dieci centri con le case più grosse a livello nazionale, Travilah, Darnestown, Chevy Chase, Wolf Trap e Great Falls, secondo il censimento del 2000 sono nei sobborghi di Washington. (gli altri cinque sono vicino a Chicago, Denver, Salt Lake City, Minneapolis e Filadelfia).

La classifica si basa sulla percentuale di abitazioni con nove o più stanze, esclusi i bagni, stanze di servizio e seminterrati non rifiniti. Nei centri in cima alla lista, che stanno nella Montgomery County, Maryland, nella Fairfax County, Virginia, più dei due terzi delle case hanno nove stanze o più.

”Washington offre condizioni altamente favorevoli per le case-mostro” ci dice Robert E. Lang, direttore del Metropolitan Institute al Virginia Tech di Alexandria, che studia lo sviluppo urbano. “Possiede un livello corrente di opulenza diffuso su un’ampia upper-middle class, e un ambiente favorevole ai costruttori. C’è un tipo di “ monster mansionization” diffuso in tutto il paese, ma Washington è il culmine”.

Le nuove case nella zona di Potomac, che ha una popolazione di 75.000 persone con un reddito familiare medio di 113.000 dollari, non sono soltanto enormi, ma spesso anche progettate e arredate a verde per sembrarlo, enormi. Secondo i funzioni urbanistici locali, molti proprietari chiedono meno alberi e vegetazione, così che i potenziali ammiratori che passano sulla strada possano cogliere in pieno l’effetto.

Per possedere una di queste dimore, “ non devi essere una delle famiglie più ricche degli Stati Uniti, e non devi essere famoso”, dice Gwen Wright, direttore per la conservazione storica alla Montgomery County”. Ti basta essere un socio di successo in uno studio di avvocati, o aver fatto qualche buon investimento, e anche tu puoi vivere come un Vanderbilt”.

Potomac, un cuneo di colline ondulate su 170 chilometri quadrati, a circa 25 chilometri dal centro di Washington, è il cuore di una regione di grandi residenze. La sua trasformazione in questo senso è stata aiutata nel tempo da uno zoning a nassa densità. Per proteggere il delicato bacino del fiume e salvaguardare le risorse di acqua potabile della regione, la Montgomery County ha destinato un terzo di Potomac ad abitazioni unifamiliari su appezzamenti di un ettaro. Lotti troppo piccoli per cavalli o pascoli, ma giusti giusti per grosse case.

Negli anni ‘70 e ’80, mentre crescevano la popolazione e il reddito di Washington, i costruttori hanno marchiato in massa verso la regione del Potomac, che circonda il villaggio dello stesso nome. Abitualmente, si costruivano case di quattro stanze che coprivano circa il dieci per cento della superficie del lotto da un ettaro.

”Sempre più persone volevano sentire di ‘avercela fatta’” dice la signora Wright. “Un ettaro consentiva alla gente di costruire la casa dei propri sogni”.

Ma la casa da sogno diventava sempre più grande, in larga misutra perché la regione di Washington diventava sempre più ricca, con una famiglia su quattro che guadagnava 100.000 dollari l’anno o più, secondo il censimento 2000. un residente su cinque ha un titolo di studio superiore. Nella Montgomery County, la grossa circoscrizione del Maryland che comprende Potomac, negli anni Novanta c’è stato un incremento del 42% delle famiglie con reddito superiore a 200.000 dollari l’anno. La miscela tradizionale, per Washington, di professionisti di alto livello, avvocati, lobbisti, giornalisti, medici, si è ingrassata nel corso del decennio. Durante il boom delle tecnologie avanzate, parecchie grosse imprese hanno trasferito i propri quartieri generali nella regione.

La O’Neill Development Company, che costruisce case di alto livello da trent’anni, ha cercato di mantenere il passo. Nei primi anni ’80 le sue nuove case in media erano da 300 a 500 metri quadrati. Nei primi ’90 O’Neill costruiva case con spazi da 450 a 650 metri quadri. Negli interventi più nuovi si va da 650 a 1.000 metri quadri. Anche i prezzi sono saliti, da circa mezzo milione a molti milioni, naturalmente a seconda delle dimensioni. In molti casi, i soffitti si sono alzati da due metri e mezzo a tre e mezzo o più, i garages sono cresciuti da due a tre auto, e il numero delle stanze da letto è balzato da quattro a sei.

Nel frattempo, il numero medio di persone nella case di Potomac è sceso negli ultimi due decenni, secondo gli uffici urbanistici di contea, a poco più di tre.

”Abbiamo rilevato che la superficie coperta di queste mega-case è raddoppiata negli ultimi vent’anni” dice Callum I. Murray, direttore dell’ufficio di pianificazione regionale del Potomac.

Alcune delle dimore più nuove e più grosse, con i loro campi da tennis, piscine e accessi rotabili semicircolari asfaltati, occupano la maggior parte del lotto da un ettaro.

”Alcuni proprietari hanno lasciato tanto poco spazio per il verde che secondo me quelle case non invecchieranno con eleganza” aggiunge Murray. “Certe case non si adatteranno mai al paesaggio. Scopriamo che la gente ora vuole case esposte rispetto alla strada. Qualcuno chiede ai costruttori di creare una piccola collina sulla proprietà, così da poter collocare la casa sulla cima.”.

Un caso emblematico è la villa in stile neo-italiano da 1.400 metri quadrati e 3,5 milioni di dollari, in via di completamento sulla River Road, la strada principale di Potomac. L’edificio è stato costruito come speculazione, e messo sul mercato da qualche settimana. La cavernosa stanza da letto principale ha un soffitto voltato a botte alto 5 metri e mezzo. In cucina c’è un banco di lavoro centrale per la preparazione dei cibi lungo quattro metri a due livelli, con posto per otto persone a sedere.

”La gente ha soldi. Queste sono persone che vogliono mostrare come vivono” ci dice il costruttore, David Niroo

E cosa ci fa, poi, la gente, nelle grandi case? Gopal Ahluwalia, vice presidente con incarico per le ricerche alla National Association of Home Builders di Washington, studia il problema da decenni

”Si usano la cucina, il soggiorno, e le camere da letto” dice. “Oltre a questo, c’è un uso molto limitato della casa”.

Né i proprietari utilizzano quello spazio per grandi quantità di divertimenti. “Non c’è evidenza che le persone delle grandi case invitino i vicini più di quanto non facciano quelli che stanno nelle case piccole” aggiunge.

E per le stanze che sono utilizzate regolarmente, ci sono bisogni di allestimento particolari, il primo dei quali è un arredamento degno dei giganti di Brobdignag nei viaggi di Gulliver.

Un soggiorno supersize, dicono gli arredatori, richiede un divano altrettanto grande. “Se si usassero aredamenti di dimensione standard in queste case, sembrerebbero strani, fuori scala, e apparirebbero come cose di basso livello” afferma Debra Drake, consulente arredatrice per la Montgomery County della Kreiss Interior Design, impresa californiana che commercializza grossi arredamenti per grosse case.

La Kreiss vende sedie da pranzo sette centimetri più larghe e profonde di quelle usuali, e divani trenta centimetri più lunghi e venticinque più profondi di quelli standard (e più cari di 2.000 dollari).

Quasi tutti i principali elementi d’arredo sono imbottiti con stoffe a colori neutri, beige e crema. “Ci piacciono a tinta unita” dice Mike Kreiss, presidente della ditta, “così i mobili non spiccano come una balena spiaggiata in mezzo a un hangar d’aeroporto”.

La principale ragione per cui i Banner si sono trasferiti quattro anni fa, dall loro casa di 400 metri quadri all’attuale di Potomac da 850, è che la signora Banner aveva bisogno di spazio per il suo studio.

”Per me era una vera necessità” dice la signora, che ora ha due dipendenti che lavorano con lei al terzo piano della casa. Lei e il marito hanno due figlie, di 8 e 6 anni.

Mrs. Banner, ha 37 anni, ed è mediatore immobiliare specializzato nell’area di Potomac. Mr. Banner ha 47 anni, ed è un costruttore che opera prevalentemente nella stessa zona. Il loro reddito familiare è superiore a 500.000 dollari l’anno.

Questo reddito, dice la signora, spiega anche la grande casa.

”Possiamo permettercela, e dunque perché no? Se non è un cattivo alloggio e ti dà un’oasi a cui tornare, perché no?”.

Le giovani Banner, Erica e Danielle, hanno le loro stanze e bagni propri. Ma la signora ha notato che le ragazze di solito dormono assieme nel letto doppio di Erica.

”Da ragazza, ho sempre una stanza tutta mia” dice la signora Banner. “Comunque, ora lo spazio non è un problema: se non vogliono stare insieme, non sono costrette”.

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