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Ferruccio Sansa
Grandi opere. Il capo democrat sponsor della “Nuova Romea”
28 Luglio 2011
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Storia poco edificante di un’opera inutilmente faraonica, utile solo a chi la fa.Il Fatto Quotidiano, 28 luglio 2011

Pier Luigi Bersani ha una passione: le autostrade. Una in particolare, la Nuova Romea, tanto da essere sponsor del progetto che proprio oggi potrebbe ricevere il via libera del Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica). Nuova Romea è soltanto il primo tratto di una delle più faraoniche maxi opere italiane, la Mestre-Civitavecchia: 5 regioni attraversate, circa 400 chilometri di percorso (di cui 139 su ponti e viadotti), 147 sovrappassi, 268 sottovie, 17 nuovi svincoli e l’adeguamento di altri 55. Costo: 9,8 miliardi, di cui 1,4 a carico dello Stato (senza contare la concessione garantita ai privati per 49 anni). Un’opera che per alcuni è un sogno, ma che per decine di comitati sparsi in mezza Italia somiglia a un incubo: “Corre alle porte della Laguna di Venezia, poi taglia il Delta del Po e le Valli di Comacchio, poi la Romagna, quindi passa a pochi chilometri da un tesoro come la Val Marecchia cantata da Tonino Guerra. Quindi eccola nell’alta Toscana ancora incontaminata, nel cuore dell’Umbria, fino a Orte. Forse Civitavecchia”, raccontano i Cat, Comitati Ambiente e Territorio del Veneto.

Ma Bersani non ha dubbi, tanto da esser stato presidente dell’associazione che spinge per la realizzazione dell’autostrada. Di più: nel 2008 ha presentato un’interrogazione parlamentare che in alcuni passi sembra presa con il taglia-incolla dal dossier della Fondazione Nord Est di Confindustria, intere frasi sono uguali, perfino le virgole: “Considerati gli impegni assunti, visti i ritardi oggettivi rispetto alla fase esecutiva dell'opera in oggetto, considerati i crescenti eventi luttuosi che costellano la percorrenza su quest'importante asse stradale, chiediamo se il governo non intenda adottare ogni iniziativa utile a reperire le risorse necessarie per il finanziamento della Nuova Romea”, chiede il segretario Pd.

Ma perché è tanto favorevole al progetto? “La vecchia Romea detiene il primato in materia di incidenti mortali. Il tasso di mortalità è di 97,22 morti ogni mille incidenti, l'indice di gravità è pari a 52,51 morti ogni mille infortunati. Negli ultimi cinque anni si contano 5.950 feriti e 37 persone che hanno perso la vita. È la strada più pericolosa d'Italia”.

Vero. MA tra i comitati veneti contrari all’autostrada più d’uno storce il naso: “Non si capisce se si tratti di una spiegazione o di un alibi. È vero, l’attuale percorso della Romea è pericoloso, troppo, vanno adottate soluzioni definitive. Ma spendendo 10 miliardi il problema della sicurezza stradale potrebbe essere risolto in tutta Italia, non soltanto sul percorso della Romea. Perché invece si vuole costruire un’autostrada che attraversa sei regioni?”. Intanto il progetto della Mestre-Civitavecchia corre, anche perché nessuno si oppone. Tutti scendono in campo, fino ai massimi livelli. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante una sua visita a Venezia aveva chiaramente appoggiato la Nuova Romea: “Pare anche a me incontestabile l'importanza – in una visione unitaria responsabile delle priorità da osservare e delle scelte da compiere sul piano nazionale, in materia di grandi opere e di trasporti – del corridoio autostradale Civitavecchia-Venezia come naturale integrazione del corridoio europeo numero 5 da Lisbona a Kiev. Il progetto, anche come project financing, che è stato apprestato, merita una tempestiva valutazione di impatto ambientale, cui consegua senza indugio un avvio dei lavori”.

Come ricorda Il Sole 24 Ore, il progetto è firmato Vito Bonsignore, alla guida di una cordata (in testa ci sono Gefip Holding, Mec Srl, Ili Spa). Bonsignore è eurodeputato Pdl, noto per la sua fortuna imprenditoriale, ma anche per una condanna a due anni (per gli appalti dell’ospedale di Asti). Il suo nome poi ricorreva nelle intercettazioni Antonveneta, una in particolare tra Massimo D’Alema e Giovanni Consorte (numero uno di Unipol, travolto dallo scandalo). Consorte confida a D’Alema la speranza di attirare Bonsignore dalla sua parte. D’Alema: “Ho parlato con Bonsignore… Evidentemente è interessato a latere in un tavolo politico”. Consorte: “Chiaro, nessuno fa niente per niente”. Ma questa è un’altra storia.

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