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"Gli stadi, da Craxi a B."
21 Gennaio 2005
Lettere e Interventi
Paolo Grassi

Roma, 20 gennaio 2005 - Sulla proposta di costruire nuovi stadi in Italia e a Roma vale bene, purtroppo, l'amara ironia dell0articolo di Ribecchi sul manifesto del 16 gennaio scorso. Si può solo lanciare l'allarme anche sul pericolo di tutto l'indotto che gli Europei 2012 porterebbero, come per i Mondiali '90, con possibili leggi e provvedimenti a cascata. Basta ricordare le vicende degli "alberghi d'oro" conseguenti ad atti che si possono così riassumere:

1) legge 556/88 "recante misure urgenti e straordinarie per la realizzazione di struttore turistiche, ricettive e tecnologiche";

2) decreti "Carraro" per l'approvazione di progetti a carattere regionale, in particolare 14/12/89 per il Lazio;

3) decreti "Tognoli" (nel frattempo Carraro sindaco di Roma) di proroga degli stessi, in particolare 7/6/90;

4) approvazione, a Mondiali ormai conclusi, di interventi privati ancora da realizzare, con profluvio di soldi pubblici, in deroga alle norme urbanistiche in vigore ma con la solerte attivazione delle amministrazioni regionali e comunali e dei loro uffici.

Erano i tempi in cui venne alla luce la Tangentopoli romana, preludio della successiva rivelata da Mani Pulite. Emblematico fu il caso dell'albergo fantasma ai Parioli, progettato su un'area inedificabile sia secondo il Prg che per una sentenza del Consiglio di Stato. Lo scandalo fu talmente grosso che quell'edificazione fu stroncata sul nascere.

Grazie Paolo di ricordarci queste storie. Testimoniano ulteriormente la continuità tra gli obiettivi, i principi, i metodi, gli strumenti e gli uomini degli anni di Craxi e quelli di Berlusconi. E di aver segnalato l’articolo di Robecchi, che mi era sfuggito. Lo inserisco subito.

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