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Vittorio Emiliani
Gli italiani del '48 e quelli del 2010
13 Gennaio 2010
Articoli del 2010
Una domanda e una richiesta per ricordare un po’ della nostra storia dopo i fatti di Rosarno. Da l’Unità, 13 gennaio 2010 (m.p.g.)

Dunque, appena 62 anni fa (un fiato per la storia) erano italiani, erano calabresi i clandestini che tentavano di passare in Francia. Eravamo noi i senegalesi, i maghrebini, i disperati d’Europa. Nessuno vuole ricordare: dai leghisti del Nord ai berlusconiani del Sud. Il sonno della memoria genera mostri come il razzismo. Gli interessi di “rapina” fanno il resto. Perché la Rai - che ne ha diritti ancora per un po’ - non proietta in ore possibili "Il cammino della speranza" (1950) di Pietro Germi, odissea di clandestini siciliani diretti in Francia?

Dall’800 trenta milioni di italiani sono andati per il mondo come muratori, minatori, fonditori, scaricatori, braccianti agricoli, ecc.

I lavori che i locali respingevano e che, da anni, anche i giovani italiani rifiutano, nello stesso Sud dove la disoccupazione giovanile è altissima.

È per questo, non per buonismo, che importiamo braccia. Salvo poi - là dove le mafie controllano tutto - pagarli, alloggiarli, trattarli da schiavi. Troppo comodo. Possibile che Stato, Regioni, Comuni, sindacati non possano fare nulla di positivo, di preventivo, di tempestivo in materia?

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