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Teresa Monestiroli
Gli architetti promuovono lo stop al Pgt. Gregotti: "Un trucco la crescita della città"
17 Novembre 2011
Milano
Il nuovo percorso e obiettivi dello strumento urbanistico alla prova degli specialisti: un dibattito promosso dall’INU. La Repubblica Milano, 17 novembre 2011

«Il trucco del Piano di governo del territorio della precedente giunta sta nell’aver aumentato artificialmente il numero degli abitanti di Milano per aumentare il valore immobiliare dei terreni. Ma torniamo alla realtà: i residenti non cresceranno perché a Milano è troppo difficile vivere». L’architetto Vittorio Gregotti non ha dubbi: il Pgt firmato dalla giunta Moratti - che prevedeva la crescita degli abitanti di 400mila unità per arrivare a 1 milione e 700mila persone - va cambiato e bene fa la nuova amministrazione a riprendere in mano il documento per rivederlo.

I complimenti - «il nuovo documento che racchiude le linee guida, con cui la giunta Pisapia correggerà il Pgt è ottimo» - arrivano dritti a destinazione durante un convegno sul tema organizzato all’Urban center dall’Istituto nazionale di Urbanistica, anche lui critico nei confronti di un Piano che «ricorre a un’ipotesi di dimensionamento non credibile». Al tavolo dei relatori, oltre all’architetto milanese, al direttore dell’Inu Luca Imberti e all’economista Marco Vitale, c’è anche il neo assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris che ringrazia e spiega: «La decisione di mettere in discussione il Piano è una scelta politica e come tutte le scelte può essere criticabile, ma noi siamo convinti che si debba ripartire dall’ascolto della città».

Per questo, appena insediatasi, l’assessore ha annunciato la revoca del provvedimento che doveva mandare in pensione il vecchio piano regolatore per ripartire dalle osservazioni dei cittadini. Oggi la delibera di revoca approda in Consiglio comunale. Un primo passo verso una nuova maratona d’aula quando il Consiglio discuterà nuovamente le richieste di modifica. «Siamo consapevoli che il nostro limite saranno comunque le osservazioni - aggiunge la De Cesaris - . Non sarà mai il Piano che avremmo voluto scrivere noi, ma faremo di tutto per migliorarlo».

I suggerimenti non mancano. Vitale invita la giunta «a non sottostare al ricatto della fretta fatto dagli imprenditori» mentre Imberti ribadisce le critiche che l’Inu aveva già sollevato a suo tempo: la necessità «di dare al piano un respiro metropolitano», sfida sottolineata anche da Gregotti, l’importanza di un controllo dello sviluppo per evitare «il passaggio da una disciplina dirigistica come quella attuale a una completa liberalizzazione» e la diversificazione degli indici volumetrici a seconda del tessuto urbano.

Postilla

«Non sarà mai il Piano che avremmo voluto scrivere noi». Allora, perché non rifarlo d capo?

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