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Antonello Caporale
Giovanna Melandri spiazza la platea e spiega: ricominciamo dalla evasione fiscale
12 Dicembre 2005
Articoli del 2004
Intervista di Antonello Caporale a Giovanna Melandri, su la Repubblica, 10 gennaio 2004. “Ma diciamo la verità agli elettori più tasse per avere più Stato sociale”.

ROMA - Giovanna Melandri è appena scesa dal palco girotondino. Alla platea ha parlato chiaro.

Più tasse per tutti.

«Più tasse e basta».

Più tasse.

«E´ ora di dire la verità: se vogliamo più Stato bisogna trovare i soldi per farlo funzionare».

I girotondini vogliono più Stato.

«La sinistra, l´Ulivo tutto dice: più welfare, più sanità, più scuola. I servizi costano e c´è bisogno che qualcuno paghi. Allora io penso che un minimo di serietà...».

Più tasse.

«Forse ho usato la parola sbagliata, ma il concetto mi sembra chiaro».

Berlusconi in genere usa dei sinonimi.

«Ma lui dice meno tasse per tutti!».

Suona più gradevole.

«Io non lo direi mai. Questi governi conservatori hanno fatto pagare il conto delle loro sciagurate decisioni ai ceti deboli, mortificando persino la fascia media della società. Meno scuola, meno sanità, meno ricerca. Solo i ricchi si sono fatti più ricchi».

Lei è eletta ai Parioli, vero?

«Roma centro è il mio collegio, ma conosco anche quella zona. E in molte famiglie si è vissuta questa contraddizione: il marito felice per il condono fiscale, la moglie disperata per l´abolizione del tempo pieno a scuola».

Lei portò fortuna all´Ulivo. Nel ?96, ammutolì Berlusconi nel programma televisivo con quell´accusa.

«...Volete privatizzare la sanità. Così dissi e documentai».

Quindi oggi rovesciando il concetto...

«Costa, sì costa tenere in efficienza le strutture pubbliche».

Basta essere chiari e dire le cose come stanno.

«Io non ho mai condiviso le decisioni di assecondare le richieste meno nobili della società civile».

Eppure il governo Amato, nell´ultimo anno di attività, ha tentato di assecondarle. Un poco, ma ha assecondato.

«E ché non lo so? Ero ministro e ho messo a verbale la mia contrarietà».

Infatti lei oggi, molto coraggiosamente, dice che bisogna darsi un pizzicotto sulla pancia.

«Se vogliamo investire nella ricerca e nell´istruzione, come giustamente diciamo, e vogliamo tenere alti i livelli di sostegno sociale nel lavoro, negli ospedali».

Il suo discorso fila.

«Mi sembra serio»

L´elettore capirà.

«Intendiamoci: bisogna naturalmente combattere l´elusione fiscale, l´evasione. Far pagare le tasse».

A tutti.

«A quelli che non le stanno pagando».

E´ un segno di equità e di moralità.

«Non so se mi sono spiegata».

(Un girotondino avvicina la Melandri: "´A Giova´, sta storia delle tasse nun me convince proprio").

«Senta, io vorrei essere chiarissima».

Ma lo è stata.

«Innanzitutto lotta all´evasione e lotta ai condoni. Mai più condoni».

Gli avvocati e gli ingegneri.

«Poi una contribuzione progressiva, è chiaro che io dico più tasse per alcuni ma meno tasse per altri».

Meno tasse.

«Non solo i ceti deboli, i più poveri. E mi sembra del tutto normale».

Sono già deboli di loro, lo dice la parola stessa.

«Ma anche la pancia dell´Italia, il ceto medio».

Meno tasse anche per loro.

«Sì, anche per loro».

Lascerebbe fuori solo....

«Io non arretro».

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