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Ewen MacAskill
George Bush: “Dio mi ordinò di porre fine alla tirannia in Iraq”
6 Aprile 2006
Articoli del 2005
Anticipazioni da un'intervista di un ex ministro palestinese alla BBC. The Guardian, 7 ottobre 2005 (f.b.)

Titolo originale: George Bush: God told me to end the tyranny in Iraq – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

George Bush ha affermato di essere in missione per conto di Dio, mentre lanciava le invasioni di Afghanistan e Iraq, secondo un anziano politico palestinese in un’intervista che sarà trasmessa nei prossimi giorni dalla BBC.

Bush ha rivelato l’intensità del suo fervore religioso incontrando una delegazione palestinese durante il vertice israelo-palestinese tenuto nella località turistica egiziana di Sharm el-Sheikh, quattro mesi dopo l’invasione dell’Iraq guidata nel 2003 dagli USA.

Uno dei delegati, Nabil Shaath, a quell’epoca ministro palestinese, ha rivelato: “Il Presidente Bush ci disse: ‘Sono spinto a questa missione da Dio’. Lui mi ha detto, ‘George, vai e combatti questi terroristi in Afghanistan’. E io l’ho fatto. Poi ancora mi ha detto ‘George, vai e metti fine alla tirannia in Iraq’. E io l’ho fatto”.

Bush continua: “E ora, sento di nuovo la parola di Dio che si rivolge a me, ‘Vai a dare ai palestinesi il loro stato, a Israele la sua sicurezza, e fai la pace in Medio Oriente’. E per Dio io lo farò”.

Bush, diventato un Cristiano Rinato a 40 anni, è uno dei leaders più religiosi di tutti i tempi ad occupare la Casa Bianca, e il fatto gli da’ parecchio sostegno tra le media degli americani.

Poco dopo questo incontro, il quotidiano israeliano Haaretz riportò una trascrizione palestinese dell’evento, che conteneva una versione delle parole di Bush. Ma la delegazione palestinese era riluttante a riconoscerne pubblicamente l’autenticità.

La BBC ha convinto Shaath a registrare per la prima volta quella che sarà la prima puntata di una serie di tre sulla diplomazia israelo-palestinese: Elusive Peace, che inizia lunedì.

L’elemento religioso emerge come questione importante anche quando si dice che Bush e Tony Blair avrebbero pregato insieme nel 2002 al ranch di Crawford, Texas, durante il vertice in cui si concordò in via di principio l’invasione dell’Iraq. Blair ha seccamente rifiutato di confermare o smentire la notizia.

Mahmoud Abbas, primo ministro palestinese e componente della delegazione di Sharm el-Sheikh, ha dichiarato al programma della BBC che Bush aveva detto: “Ho un obbligo morale e religioso. Devo darvi uno stato palestinese. E lo farò”.

I commenti di Shaath arrivano contemporaneamente al discorso pronunciato da Bush ieri, allo scopo di rafforzare il sostegno americano alla guerra in Iraq.

Ha rivelato che USA e alleati hanno evitato almeno 10 gravi tentativi attentati da parte di Al Qaeda dopo l’11 settembre, fra cui tre contro gli USA. “Grazie a questi progressi, il nemico è ferito: ma è ancora in grado di sviluppare manovre a livello mondiale” ha detto. Ha poi aggiunto che i gruppi radicali islamici hanno usato una serie di scuse per giustificare i propri attacchi, dal conflitto con Israele alla Crociate di mille anni fa.

“Siamo di fronte ad una ideologia radicale con obiettivi immutabili: mettere in schiavitù intere nazioni e intimidire il mondo” ha proseguito.

Ha ammesso che Al Qaeda, guidata in Iraq da Abu Musab al-Zarqawi, e altri gruppi, hanno guadagnato terreno, ma che gli USA non se ne andranno sinché non sarà ristabilita la sicurezza. “Alcuni osservatori commentano che l’America farebbe meglio ad uscirne, diminuendo il numero delle vittime. È un’illusione pericolosa, da respingere con una semplice domanda: saranno più, o meno sicuri, gli Stati Uniti e le altre nazioni, con Zarqawi e Bin Laden che controllano l’Iraq, la sua gente, le sue risorse?”.

Nota: il testo originale di questo altrettanto originale pezzo, al sito del Guardian (f.b.)

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