Alle volte anche le denunce giornalistiche servono. Vedi, ad esempio, la campagna che da anni sosteniamo su Repubblica, sia contro le truffe che, grazie agli eccessivi incentivi, si accompagnano al proliferare degli impianti eolici, sia contro la devastazione del paesaggio agricolo in seguito alla messa in opera su troppo vaste estensioni di terreno di pannelli fotovoltaici (nella sola Toscana vi sono richieste in tal senso per 4000 ettari). Ora il governo, sotto impulso di Tremonti, interessato a stringere i cordoni della borsa, ha approfittato del passaggio della legge di recepimento delle direttive europee in materia di fonti energetiche rinnovabili per inserirvi anche una revisione del sistema degli incentivi. Le lobby che si erano già attivate per impedire la riforma dei certificati verdi, si sono subito messe all’opera per mantenere le loro posizioni di privilegio, mentre, avvalendosi dell´anno a disposizione, prima che la nuova legge sia operativa, i loro referenti, mafiosi e no, si apprestano ad una corsa sfrenata alle nuove installazioni per acquisire i diritti vigenti prima che decadano. Per bloccare questa più che probabile scorribanda, le principali associazioni ambientalistiche, con alla testa Italia Nostra, hanno chiesto una moratoria di tutte le autorizzazioni per i nuovi impianti fino a quando la riforma non sarà pienamente operativa.
In questa rubrica, quasi sempre ipercritica verso politici e amministratori, mi sia consentito una volta tanto indicare positivamente l’operato del presidente della Giunta toscana, Enrico Rossi, che già porta a suo vanto dieci anni di assessorato alla Sanità, impiegati per rendere la rete asl la più efficiente d’Italia. Eppure anche qui l’attacco speculativo stava prendendo piede e qualche tempo fa denunciammo che la Maremma, comprese le zone archeologiche di Populonia e Baratti, era minacciata da ampi insediamenti di energia solare. Ora mi è pervenuta una nota informativa di pugno di Enrico Rossi, che annuncia due provvedimenti urgenti a difesa del suolo. Il primo, preso dopo i recenti dissesti idrogeologici e franosi in varie zone della Toscana (Massa Carrara, Lucca, gli argini del Serchio e dell´Ombrone), impone nei territori a rischio, per otto mesi-un anno, il blocco di ogni edificazione per procedere alla loro messa in sicurezza, alla verifica degli strumenti urbanistici e al loro eventuale adeguamento e altrettanto per i piani di protezione civile.
L´altra decisione combina insieme tre fattori fondamentali per lo sviluppo della Toscana: l´incentivazione della produzione di energie alternative, le produzioni agricole di qualità e la tutela del paesaggio. «Abbiamo deciso – mi scrive Rossi – di consentire l´installazione di impianti fotovoltaici sul territorio, ma di evitare le distese di pannelli nelle aree di pregio, come i siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell´Unesco (tra cui la Val D´Orcia), quelle di notevole interesse culturale, quelle vincolate, le zone all´interno di visuali o panorami la cui immagine è storicizzata, zone contigue a parchi archeologici e culturali, le aree naturali protette, le zone umide e anche aree classificate a rischio idraulico e geomorfologico o interessate da interventi di messa in sicurezza. Paesaggio e agricoltura di qualità sono il biglietto da visita della Toscana nel mondo, una delle maggiori attrattive del turismo nella nostra regione e una delle principali voci dell´export agroalimentare. Incentiviamo l´uso delle energie alternative ma certamente esse debbono essere compatibili con il nostro territorio e le sue produzioni di qualità». Mancano due cose da questi lodevoli impegni di buona volontà: la loro rapida traduzione in legge regionale per renderle esecutive; e un’analoga moratoria, accompagnata da una stretta regolazione per l´eolico visto che anche in Toscana vi sono decine di impianti di enormi dimensioni in attesa della Via (Valutazione d´impatto ambientale).