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Maria Cristina Gibelli
Flessibilità, regole e nuova progettualità per il controllo dello sprawl
13 Ottobre 2006
Consumo di suolo
La sintesi di una relazione a un seminario su un programma Interreg (progetto Extramet), tenuto a Cagliari il 5 ottobre 2006. In allegato il testo integrale in formato .pdf

La dispersione insediativa costituisce una tipologia di occupazione del territorio periurbano connotata da alcune specifiche “patologie”: discontinuità dell’urbanizzato accoppiata a crescente segregazione funzionale e sociale; riduzione nell’intensità d’uso delle risorse territoriali non giustificata dalle dinamiche di crescita demografica ed occupazionale; perdita di habitat naturali e di biodiversità; incessante incremento della mobilità su gomma, con effetti di sovraconsumo di energia, di congestione delle infrastrutture stradali e di elevato inquinamento ambientale; impossibilità di fornire un adeguato servizio di trasporto collettivo; maggiori oneri nella distribuzione dei servizi; banalizzazione e omologazione dei territori di frangia metropolitana sfigurati e colonizzati da “non luoghi” (grandi centri commerciali, sale multiplex, factory outlet, discoteche, parchi a tema,…); indebolimento dei legami cui è affidata la coesione sociale…

Malgrado gli elevatissimi consumi di suolo periurbano, forse più che altrove nel nostro paese siamo ancora alla ricerca di quadri analitici e interpretativi condivisi e, soprattutto, di efficaci strumenti normativi e progettuali per governare gli effetti indesiderabili dello sprawl: in questo senso, la partecipazione di alcune regioni italiane al progetto EXTRAMET costituisce una occasione importante per lo scambio di idee e di esperienze sul che fare per quei territori ibridi di confine urbano-rurale definibili come “campagna urbanizzata” in cui si manifestano “fenomeni di urbanizzazione cui non compete il titolo di città” (Salzano, 2002) e che richiedono nuovi approcci di pianificazione integrata e alla scala pertinente.

Svilupperò la mia riflessione avanzando in primo luogo alcune considerazioni sulle cause della dispersione periurbana e sui suoi costi pubblici e collettivi. Ma questi aspetti sono ormai ben noti e mi limiterò pertanto ad evocarli molto sinteticamente.

Metterò invece a fuoco con maggiore dettaglio alcuneinnovazioni possibili in materia di governo della dispersione insediativa periurbana, sulla base di alcune mature riflessioni che si vanno strutturando a livello internazionale, sia nell’ambito della ricerca sia in quello della legislazione e della pianificazione territoriale e urbanistica, ricorrendo alla esemplificazione di alcune Buone Pratiche all’opera.

Sembra a me che le pratiche più fertili si stiano indirizzando lungo tre direzioni principali: maggiore flessibilità del processo di pianificazione intesa come costruzione di una migliore capacità governance territoriale; nuove regole prescrittive per il controllo del consumo di suolo da applicare alla scala territoriale pertinente; nuova progettualità ancorata a principi di mercato corretto e di sostegno economico premiale alla cooperazione intercomunale.

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