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Paolo Berdini
Firenze, l'urbanistica negoziata è servita
5 Gennaio 2009
Articoli del 2009
L’urbanistica contrattata come pratica quotidiana, mentre incombe la legge Lupi. Da il manifesto, 3 gennaio 2009 (m.p.g.)

Nel pantano dell’urbanistica fiorentina l’avvocato Lucibello, difensore del sindaco Domenici, ha dichiarato: «La Procura sta confondendo le contrattazioni giornaliere tipiche dell’urbanistica contrattata, come atti di corruzione che invece non ci sono». Il problema è infatti l’urbanistica contrattata, cui l’avvocato aggiunge un’aggettivo terribile: «quotidiana».

Ricapitoliamo, sulla base delle intercettazionipubblicate, come funziona l’urbanistica contrattata. Il sindaco della città viene invitato a pranzo dal potente di turno che espone le sue esigenze e propone una speculazione immobiliare in aperta violazione dei piani regolatori.

Ilsindaco si mette subito in moto e allerta i suoi fedelissimi, mentre l’altro prende contatti con la proprietà immobiliare. E’ auspicabile che queste due ultime figure appartengano ai due differenti schieramenti nazionali. Così, se Della Valle è collocabile nel fronte progressista, il fatto che la proprietà dei terreni sia di un berlusconiano come Ligresti cade a pennello. Un altro piacevole pranzo a tre e il gioco è fatto.

Così al posto di un parco vedremo uno stadio di calcio, più ipermercato, più fitness e tanto altro, firmato da una delle numerose archistar disponibili. Facilissimo.Volete mettere la fatica che avrebbe fatto il povero sindaco a convincere l’inflessibile moralità di Ornella De Zordo, che al consiglio comunale queste denunce le ha ripetute un’infinità di volte? O i testardi cittadini che si erano perfino arrampicati sugli alberi per non farli tagliare per lo sventurato progetto della tramvia? O i tanti comitati che in questi anni hanno cercato di difendere i beni comuni? Finalmente la modernità: il futuro delle città si decide nel ristorante. Ha ragione l’avvocato Lucibello, non c’è alcuna corruzione: c’è l’accordo di programma a risolvere i nodi in un baleno. Certo, qualche mancia non richiesta arriva, come quella ad esempio che Ligresti ha dato per finanziare l’opuscolo anti-lavavetri del prode assessore Cioni, ma mica è un reato. E’ un’opera di misericordia, perché - così si sono giustificati! - ha fatto risparmiare all’amministrazione comunale qualche soldo.

Gli amministratori- che pure hanno militato nella sinistra – non pensano che quei soldi potevano arrivare nelle casse dei comuni con procedura limpida: con una legge moderna sul regime dei suoli. Siamo l’unico paese dell’Europa occidentale a esserne privo e la sinistra parlamentare non se ne accorge. E’ forse per questo che il Domenici, presidente dell’Anci, si è ben guardato dal fare una battaglia di principio per avere una legge di riforma sul regime dei suoli, o anche per scongiurare la famigerata legge Lupi, la (cosiddetta) riforma dell’urbanistica di Forza Italia che rischia di essere approvata tra breve.

Quella legge abroga infatti gli standard urbanistici, e cioè le quantità minime di aree da destinare a servizi che fu approvata negli anni ’60. E’ l’ultimo tassello che ancora manca. I cittadini di Firenze avrebbero infatti potuto invocarla per scongiurare la costruzione dello stadio e di quant’altro. I parlamentari di opposizione ancora non conquistati dal mito del «mercato» dovrebbero farne una battaglia esemplare. E anzi dovrebbero avere l’ambizione di proporre una legge di riforma del regime degli immobili che faccia tornare alla collettività le gigantesche plusvalenze che gli speculatori ottengono senza il minimo lavoro. Così uscirebbe un nuovo progetto sulle città per ristabilire il primato delle regole e la prevalenza degli interessi della collettività.

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