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Erika Della casa
Ex Falck, la città di acciaio e cristallo
10 Febbraio 2011
Milano
Ultima puntata di una annosa riqualificazione industriale pubblico-privata: l’archistar parla di trasparenza, speriamo non soli i vetri. Corriere della Sera ed. Milano, 9 febbraio 2011 (f.b.)

Il futuro delle aree ex Falck è condensato in un plastico vista mare. Ieri Renzo Piano nel suo studio affacciato sulla spiaggia di Vesima, riviera genovese, ha illustrato il progetto appena depositato nel Comune di Sesto San Giovanni, presente il sindaco Giorgio Oldrini e l’immobiliarista Davide Bizzi, promotore del megainvestimento. «Trasparenza, trasparenza» ripete l’architetto, come tema dominante di un progetto che— se l’iter amministrativo andrà avanti — impegnerà i protagonisti per dodici anni. Trasparenza «nel fare, perché in questa operazione non ci sono segreti e zone opache» dice Piano e anche in senso molto letterale perché il progetto prevede un grande impiego di vetro (e di acciaio in onore alla memoria dei luoghi).

Trasparenti saranno — per i primi quattro piani— le dodici torri (alte fra i 70 e gli 80 metri, a sezione quadrata di 25 metri per lato) di residenza libera, raggruppate intorno al serbatoio dell’acqua e non più diffuse nell’area, tanto trasparenti da prevedere negli appartamenti anche un «giardino d’inverno» . Trasparente sarà in parte la stazione ferroviaria a ponte che scavalcherà i binari e che dovrebbe essere il primo cantiere aperto. «Abbiamo raggiunto l’accordo con le Ferrovie— dice Bizzi — anche se la firma formale non c’è ancora: noi acquistiamo le aree Fs pagandole in parte con la costruzione della nuova stazione che consegneremo chiavi in mano» .

Tempi previsti: cantieri aperti nel 2012, primo lotto in consegna il 2015, «in tempo per l’Expo» borbotta il sindaco. Il primo lotto comprende la stazione, residenze convenzionate nelle immediate vicinanze, il mercato coperto nell’area Omec, quattro torri, tutto seguendo una diagonale che porta all’edificio del T5, infine le residenze convenzionate e interventi di urbanizzazione nella zona di San Giorgio. Il tutto, fra residenze di diversa tipologia, servizi e spazi commerciali, per 300 mila metri quadri, circa un terzo del piano completo. Piano generale che si distribuisce così: il 60 per cento residenze (600 mila mq), 100 mila mq attività produttive (indicativamente nel T5, nel settore dell'energia), 33 mila mq ricettivi (un albergo), 116 mila mq commercio e servizi, un plesso scolastico e una piscina nell’area laminatoio, una biblioteca nella torre fumi, un campus in stile universitario nel Bliss, mentre per il T3 si pensa a un uso flessibile dedicato all’arte e alla musica, ma non a un museo che implica costi fissi di gestione.

Intorno, un parco pubblico: «piantare alberi, lo sapete— dice Piano — è la mia passione» . E aggiunge con appena una punta di polemica «quando me lo lasciano fare» Quali alberi scegliere, per caratterizzare quest’area? «I lambri o gelsi» suggerisce il sindaco. Botanici esperti sono già al lavoro. «Vorrei — dice Piano —. che il più presto possibile l’area fosse almeno in parte visitabile, aperta alla gente» . Bisogna procedere alle bonifiche, Brizzi accenna a una prossima gara di mercato per affidare i lavori. Quanto agli edifici di archeologia industriale, spiega l’architetto, «non si possono umiliare costruendoci sopra, inglobandoli: l’idea è invece esaltare al massimo le strutture e quegli spazi, quasi mitici, e lavorare al loro interno» . Su tutto una visione d’insieme: «Questa — dice Piano — non è periferia, questa è nuova urbanità, la periferia è una questione psicologica più che fisica: qui siamo a sei chilometri dal Duomo» .

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