Lettera aperta ai governanti della Regione Emilia–Romagnaperché rinuncino ad approvare senza un’ampia discussione una legge sbagliata
Lettera aperta ai governanti della Regione Emilia–Romagna perché rinuncino ad approvare senza un’ampia discussione una legge sbagliata, che rischia di divenire un modello per le altre regioni italiane e per un’eventuale legge nazionale
Altro contenuto inaccettabile della nuova legge urbanistica riguarda il contenimento del consumo del suolo. Ogni comune può prevedere un consumo di suolo pari al 3% del territorio urbanizzato. Quest’espansione è destinata a opere d’interesse pubblico e a insediamenti strategici “volti ad aumentare l’attrattività e la competitività del territorio” (art. 5, c. 2). Non sono consentite nuove edificazioni residenziali, a meno che non siano destinate ad attivare interventi di rigenerazione del territorio urbanizzato e per interventi di edilizia residenziale sociale (art. 5 c. 3). Non sono invece computati ai fini del calcolo del 3%: i suoli per opere d’interesse pubblico per le quali non sussistano ragionevoli alternative; gli ampliamenti di attività produttive; i nuovi insediamenti produttivi d’interesse strategico regionale; nonché gli interventi previsti dai piani urbanistici previgenti autorizzati entro tre anni dall’approvazione della nuova legge (art. 6, c. 5). Si mettono così al sicuro i cosiddetti diritti acquisiti, ed è stato calcolato che, alla fine, tenendo conto anche delle discutibili modalità di individuazione della superficie urbanizzata, il consumo di suolo consentito sarà di gran lunga superiore, fino al doppio o al triplo, del previsto 3% della superficie urbanizzata. Come nei piani urbanistici degli anni della grande espansione.
Trascuriamo altri contenuti del progetto di legge – in particolare quelli relativi al possibile ridimensionamento degli standard e alle complicazioni che il nuovo labilissimo assetto della strumentazione comunale determinerà nei riguardi della pianificazione sovraordinata – tornando agli accordi operativi che, secondo la proposta di legge possono essere elaborati e presentati esclusivamente dalla proprietà fondiaria. Al comune rimangono l’assurda verifica di conformità a una pianificazione superflua, priva di disposizioni cogenti, e la negoziazione con i privati in materia di dotazioni, infrastrutture e servizi. In assenza di proposte private il comune non può fare alcunché, meno che mai formare propri piani urbanistici.
Diventa leggendaria l’autonoma capacità d’intervento, il talento e l’inventiva dei comuni e degli enti locali dell’Emilia Romagna dei trascorsi decenni.
Ilaria Agostini
Paolo Baldeschi
Piergorgio Bellagamba
Donato Belloni
Rossana Benevelli
Paolo Berdini
Enrico Bettini
Ivan Blecic
Stefano Boato
Giuseppe Boatti
Paola Bonora
Ilaria Boniburini
Luisa Calimani
Pier Luigi Cervellati
Giancarlo Consonni
Alessandro Dal Piaz
Luigi De Falco
Vezio De Lucia
Marina Foschi
Maria Cristina Gibelli
Sergio Lironi
Giovanni Losavio
Alberto Magnaghi
Lodovico Meneghetti
Guido Montanari
Loredana Mozzilli
Domenico Patassini
Ezio Righi
Piergiorgio Rocchi
Sandro Roggio
Edoardo Salzano
Enzo Scandurra
Giancarlo Storto
Giulio Tamburini
Sauro Turroni
Graziella Tonon
12 dicembre 2016
Una puntuale ed ampia analisi critica del progetto di legge è contenuta nel documento della sezione emiliano-romagnola di Italia nostra, che trovate qui in eddyburg