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Stefano Rossi
Ecco la Fiera dei grattacieli
21 Dicembre 2005
Milano
L'intervento sull'area della Fiera dal punto di vista della cordata di progettisti e promotori. La Repubblica cronaca milanese, 20 dicembre 2005 (f.b.)

Alla fine, hanno deciso tutto i gatti di Libeskind. «Abitavo a Milano, qui è nata mia figlia Rachel - racconta l´architetto polacco, tedesco e poi americano di adozione - e i miei gatti volevano sempre andare al parco». Da qui (anche) nasce l´idea del parco del megaprogetto CityLife, cordata che riunisce i tre gruppi assicurativi Generali, Ras e Progestim, più gli spagnoli della Lar e l´impresa di costruzioni Lamaro Appalti: il verde non «come collante ma al centro di tutto», continua Libeskind.

Alla presentazione del progetto che trasformerà il vecchio recinto espositivo della Fiera, l´architetto si fa un po´ prendere la mano dall´entusiasmo. Milano è «il paradigma del Bello», è il luogo del «bel tempo, malgrado qualche giornata grigia». Magari. La presenza del poker d´assi di CityLife è la vera novità di giornata: Libeskind, Arata Isozaki, Zaha Hadid e Pier Paolo Maggiora descrivendo il loro approccio al progetto raccontano la loro estetica di architetti. Emergono alcuni temi, come la multiculturalità che riunisce un italiano, un europeo americanizzato, un asiatico e una mediorientale, e l´idea che siamo di fronte al primo, vero progetto del ventunesimo secolo.

Sarà così? Di fronte alle obiezioni dei residenti, spiega l´assessore allo Sviluppo del territorio Gianni Verga, «le osservazioni sono state accolte, una trattativa è impossibile: non rientra nella mia cultura istituzionale. Per la prima volta a Milano un progetto è approvato prima della dismissione di un´area, non decenni dopo o mezzo secolo dopo come per Garibaldi-Repubblica».

Dopo il sì della giunta, che non ritiene di dover passare dal consiglio comunale, i cantieri dovrebbero essere aperti il 31 marzo 2006. Durata dei lavori, nove anni. Con le modifiche al piano originario, la giunta Albertini impegna la prossima a ristrutturare il Vigorelli per farne una struttura sportiva multifunzionale, grazie anche a 11 milioni di oneri di urbanizzazione versati da CityLife. Gli oppositori del progetto dicono che proprio l´inclusione del verde urbano di piazza Vigorelli, piazza VI Febbraio e piazza Giulio Cesare aumenti surrettiziamente gli standard del verde.

CityLife ribatte che, con 131.000 metri quadrati, il parco della Fiera sarà il terzo in città dopo Sempione (470.000) e Giardini Pubblici (160.000) e non è schiacciato dai grattacieli, incluse le tre famose torri dei tre architetti venuti da lontano: «Tanto Milano non si può permettere un Central Park», osserva Ugo Debernardi, presidente di CityLife. Il progetto è qualificato anche da due musei. Il primo e quello del Design, per il quale il presidente della Triennale, Davide Rampello, si augura «che ci sia consegnato un po´ prima del previsto 2014». Il secondo è il Palazzo delle Scintille, il più grande centro culturale per bambini d´Europa, improntato all´educazione non formale, vale a dire non scolastica, con mostre, laboratori, una scuola per l´infanzia e un nido. Anche se purtroppo, non tanto i bambini ma addirittura gli under 18, a Milano, sono appena il 15 per cento della popolazione.

La vecchia Fiera diventerà un nuovo centro della città, secondo i promotori. In questa cittadella autosufficiente di uffici, residenze, negozi, ristoranti, cinema, bar, sportelli bancari e postali, nuovo commissariato di polizia e nuova caserma della compagnia Magenta dei carabinieri, verranno ad abitare 4.500 persone e altrettanti la frequenteranno per lavoro.

La viabilità circostante il vecchio recinto fieristico sarà rivista, il traffico su via Gattamelata mandato in un tunnel sotterraneo, quando si troveranno i soldi lo stesso sarà fatto in viale Duilio. E poi rotonde, sensi unici, traffico canalizzato in corsie, una delle aree pedonali più grandi d´Europa e parcheggi sotterranei, 8.650, divisi fra residenti (3.648), uffici e commercio (2.775) e pubblici (2.227). Il cantiere da 366.000 metri quadrati sarà di 16.000 metri più grande di quello del Canary Wharf a Londra, dunque si cercherà di minimizzare - questa almeno è la promessa - il via vai di camion e l´impatto acustico, anche con un ampio riutilizzo dei materiali provenienti dalle demolizioni.

Gli abitanti: ma noi ricorreremo al Tar

Rolando Mastrodonato, presidente dell´associazione Vivi e progetta un´altra Milano, voi siete contrari al progetto di CityLife. Perché?

«Si costruisce in modo eccessivo, così come sarà eccessivo il flusso di auto. Ci sono gli interramenti per un paio di strade ma poi si torna in superficie, il traffico intorno alla Fiera impazzirà. Il parco è di 90.000 metri quadrati, aumenta alle cifre di cui parla CityLife solo tirando dentro le piazze VI Febbraio, Vigorelli e Giulio Cesare. Sarà un verde condominiale, fra palazzi da 27 piani e gli altri grattacieli, non accessibile per i cittadini. Una cittadella fortificata».

Parlate di un ricorso al Tar. Lo avete presentato?

«La giunta ha deciso venerdì, ci sono 60 giorni di tempo per il ricorso. Lo presenteremo perché la giunta non ha tenuto in alcun conto le osservazioni di associazioni e cittadini ed è venuta meno alle sue funzioni di controllo e indirizzo, permettendo volumetrie abnormi, incompatibili con l´ambiente. Inoltre il progetto deve passare dal consiglio comunale, sebbene la giunta sostenga il contrario».

L´assessore Verga sostiene, al contrario, che molte osservazioni sono state accolte.

«Non è così. L´assessore si ricordi che sono anche i nostri soldi di contribuenti a pagare i suoi progetti. Questa trasformazione è una pessima eredità per qualunque amministrazione futura, sia di destra o di sinistra. La prossima giunta dovrà modificarlo perché non è sostenibile. Ferrante è d´accordo con noi, alla Moratti abbiamo chiesto un incontro. Chiediamo che si apra una trattativa con noi».

Nota: qui la modesta opinione del sottoscritto su un altro progetto recente di uno degli architetti, Pierpaolo Maggiora (f.b.)

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