Sembra incredibile, eppure tra i dieci parchi italiani più belli e di pregio, e allo stesso tempo più a rischio, c’è anche il Parco dell’Appia Antica a Roma. Un‘area verde di rara bellezza, dove secoli di storia e di cultura si incontrano dando vita ad un paesaggio e ad un’atmosfera difficili da dimenticare, e che però l’incuria dell’uomo ha consegnato all’abusivismo e alla speculazione edilizia. La denuncia arriva da Italia Nostra, l’associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della nazione, che ha stilato il dossier “Paesaggi Sensibili” sui parchi e le aree protetto più a rischio. Il Parco dell’Appia Antica ha come cardine l’asse della Via Appia, lungo la quale si snodano insediamenti antichi di diverse epoche, ville, villaggi, tenute agricole, centri di culto, oltre a luoghi attrezzati per la sosta del viaggio e per il commercio, e alla serie ininterrotta di sepolcri pagani e di cimiteri cristiani. Un patrimonio paesaggistico e monumentale, artistico e storico che andrebbe salvaguardato e amministrato con coscienza e che invece sconta la mancanza di progettualità e di una normativa d’uso del territorio e del patrimonio immobiliare esistente che avesse anche l’obiettivo di una maggiore fruizione pubblica. Un parco minacciato da costruzioni private, costruzioni abusive “legittimate - si legge nel dossier - dalle tre leggi sui condoni edilizi con procedure che hanno escluso, nella quasi totalità dei casi, i pareri delle Soprintendenze di Stato, in assenza di ogni valutazione di merito, con ignoranza e superficialità imperdonabili”.“La situazione generale - spiega Rita Paris, la studiosa del Mibac che ha curato il dossier sull’Appia Antica - minaccia ogni giorno di volgere al peggio, anche per l’agguerrito fronte di chi ha inteso e intende utilizzare questo straordinario pezzo di storia a fini privati, come mostrano i tanti monumenti inglobati in ville o altro genere di manufatti moderni”. Cosa fare, allora, per salvare il Parco? Secondo gli esperti, la prima cosa è un progetto di ampia portata e condivisione, che punti “ad affermare e valorizzare il concetto che l’Appia deve essere intesa nella sua integralità, insieme alla parte di campagna che la comprende, quale patrimonio culturale da salvaguardare”. Poi serve “una nuova strategia per il ripristino di uno stato di legalità, ponendo fine al perdurare dell’abusivismo. Risolvere come trattare i casi più eclatanti di condoni rilasciati in zone di elevatissimo interesse archeologico, d’intesa tra le due Soprintendenze competenti territorialmente”. “II Ministero - conclude Italia Nostra - si deve impegnare a definire un programma pluriennale, da attuare d’intesa con la Regione, il Comune e l’Ente Parco, nonché con tutti gli altri enti e privati che a vario titolo possano essere coinvolti”.