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Giorgio Boatti
E così la politica resta assente
20 Giugno 2007
Padania
Un esempio di pianificazione partecipata, l'assemblea contro l'autostrada Broni-Mortara. Con una cronaca dell'incontro di R. Lodigiani, da La Provincia Pavese, 19 giugno 2007 (f.b.)

Un incontro memorabile, quello che ha avuto luogo l’altra sera a Bressana Bottarone, organizzato da diverse organizzazioni ambientaliste e culturali impegnate sul territorio. Tema principale la nuova autostrada.

La sala del teatro, presso il palazzo comunale, era gremita: duecento persone, forse di più, che attente e partecipi hanno seguito la serata che ha avuto come ospite d’onore Luca Mercalli, lo studioso di meteorologia reso famoso dal programma Tv di Fazio “ Che tempo che fa?”. Ma il pubblico non era accorso per ascoltare in Vip, peraltro civilmente impegnato in sacrosante battaglie di difesa ambientale. Né era lì – come accade in certi festival culturali – perché ci sono serale alle quali, se si è gente di mondo, non si può mancare. No, i cittadini presenti all’incontro di Bressana erano lì perché davvero coinvolti nei temi proposti: ovvero i nodi cruciali di un territorio – che costituisce peraltro una parte significativa della nostra provincia – messo sotto assedio da una certa idea di sviluppo. Erano lì perché davanti ai tanti incastri con cui si sta progettando di mutare radicalmente l’assetto attuale di tante località – con l’autostrada Broni-Mortara, con l’interporto, con centri commerciali e altri progetti ancora che stanno sopra le loro vite come altrettante spade di Damocle – loro vogliono capire, chiedono di sapere e di poter avere voce in capitolo.

Come moderatore dell’incontro, mi ha impressionato non solo la quantità di persone presenti, ma la qualità della loro partecipazione, asseverata dalla dozzina di interventi che si sono susseguiti: serrati, concreti, documentati. Una polifonia rappresentativa delle molteplici iniziative ed esperienze che sono sorte in tutti questi mesi nella realtà a cavallo tra il Pavese, la Lomellina e l’Oltrepo: presenze che hanno lavorato con passione per studiare i dossier dei progetti, nonostante la frettolosa arroganza con cui le istituzioni e la pubblica amministrazione avrebbero voluto raccogliere un distratto consenso senza consentire un reale esame di come stavano le cose. Invece, con passione civile assolutamente stupefacente, queste persone hanno saputo lavorare assieme. Hanno bussato a tante porte, alcune pervicacemente chiuse, per raccogliere dati, procedere a comparazioni, sentire la valutazioni dei tecnici, avanzare proposte e alternative. Tutto questo rappresenta una ricchezza di partecipazione civile che fa onore alla nostra comunità e che, in un mondo che non gira al contrario, dovrebbe essere valorizzato al massimo.

Tanto per capirci, l’incontro di Bressana avrebbe dovuto vedere le forze politiche, e i loro rappresentanti, schierati e presenti: per ascoltare, dialogare, confrontarsi. Solo così si favorisce la tessitura di una vera e rispettosa democrazia capace di cimentarsi con temi concreti, non con fumosità ideologiche o psicodrammi di nascite e morti di soggetti politici più o meno improbabili.

E invece a Bressana la politica dei partiti non c’era. Alla riuscitissima serata la politica dei politici – segretari di federazione, deputati e senatori, sindaci e assessori e, perché no? esponenti di partito immessi nei consigli di amministrazione di autostrade o interporti – non ha partecipato: ha ritenuto non fosse necessario lo scomodarsi per andare ad ascoltare e per farsi ascoltare.

Un errore, di sensibilità e di percezione, particolarmente grave visto anche il tema su cui ci si stava confrontando. A meno di sostenere che, di quei dossier, la politica si sta già occupando, ma i naltra sede e preferisce che i cittadini non interferiscano.

Insomma, lasciateci guidare lo sviluppo.

E, soprattutto, “non disturbate il manovratore”.

Roberto Lodigiani

Stop all’avanzata di asfalto e cemento

Bressana – La cipolla di Breme contro gli asparagi bianchi made in China. Luca Mercalli usa una metafora volutamente provocatoria per sottolineare la fertilità del suolo padano, minacciato dalla cementificazione selvaggia, alla quale l’autostrada regionale Broni-Pavia-Mortara potrebbe dare un ulteriore incremento. Il meteorologo di casa Fazio è stato uno dei protagonisti dell’incontro di Bressana.

Una simbolica chiamata alle armi per il fronte del no alla superstrada il cui iter avanza nonostante il fuoco di sbarramento. Proprio il dibattito nella sala conferenze del municipio di Bressana, gremita di pubblico, è valso a lanciare ufficialmente l’ultima proposta, quella di annullare la procedura autorizzativi dell’opera, visto che gli impegni assunti alla conferenza dei servizi, come l’analisi dell’impatto ambientale, sarebbero stati disattesi. Fronte del no all’autostrada attento e compatto. CI sono gli esponenti del coordinamento delle associazioni locali, ecologiste e non (Italia Nostra, Legambiente, Wwf Oltrepo, comitato Parco Visconteo, Terra Celeste, Insieme, La Rondine); ci sono le rappresentanti del neonato comitato donne, che si unirà alla lotta; c’è Valeria Bevilacqua, portavoce del comitato Cascina Bella, che allarga l’orizzonte per ribadire la contrarietà all’interporto, l’altro progetto che agita i sonni degli ambientalisti, e annunciare l’imminente consegna al sindaco Eddy Latella della petizione anti-logistica con 1.300 firme.

E c’è il gruppo degli “Amici di Beppe Grillo”, che ha fatto della Broni-Mortara uno dei suoi cavalli di battaglia. Con un contributo giocato innanzitutto sui numeri dell’impatto che verrà prodotto dall’autostrada, documentato da un filmato: 45.000 veicoli in transito al giorno, incremento degli ossidi di azoto e delle polveri sottili in aree, come quella di Tre Re-Cava Manara, dove oggi si registrano livelli di Pm10 al di sopra dei limiti di guardia, secondo i dati diffusi dall’Arpa. Altre cifre eloquenti sono state prodotte sull’effetto cementificazione. Oltre 13mila ettari di suolo agricolo cancellati dal 1950 al 1998 in provincia di Pavia, e un tasso annuo di ettari “bruciati” salito dai 270 ettari di quel periodo ai 355 dei sei anni compresi fra il 1998 e il 2004; particolarmente pesante la situazione in Oltrepo, con il 12% dei suoli agricoli di pianura cancellati fra il 1961 e il 2000. Mercalli, dal canto suo, ha posto l’accento sull’esigenza di salvaguardare la nostra autosufficienza alimentare, difendendo suoli fertili come quelli della pianura padana.

Sullo stesso tema si vedano Lo Share dello Sprawl; La Fabbrica dello Sprawl; Fermate quell'autostrada nel Parco Ticino - altri links nel pdf allegato al "La Fabbrica ..." (f.b.)

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