L’Aquila Aiuti mai arrivati, con chiese, palazzi, monumenti che a stento si è riusciti a puntellare per evitare ulteriori crolli. A un anno dalla notte più terribile, è ancora orfana l’arte d’Abruzzo squassata dal terremoto. Un flop la “lista di nozze” lanciata dal premier Berlusconi nei giorni del G8 per chiedere ai Grandi della Terra di adottare 45 monumenti simbolo, vuote o quasi le casse del vice commissario Luciano Marchetti. Che ora chiede sia lo Stato ad intervenire. Mentre il consiglio superiore dei beni culturali ha chiesto la fine del commissariamento con la riattribuzione le competenze alle soprintendenze e alla direzione regionale.
Il conto dei danni, nel frattempo, è cresciuto, precisato dal lavoro fatto in questi mesi dalle squadre di tecnici della soprintendenza, della Protezione civile, dei vigili del fuoco, che hanno censito 1763 monumenti, verificato, puntellato. Per riparare i guasti dei monumenti servono 3,5 miliardi di euro, conta Marchetti, che l’esperienza l’ha già fatta con la ricostruzione di Marche e Umbria. Certo non tutti subito, perchè ci sarà da lavorare per almeno dieci anni. Per il momento però sono arrivati solo 20 milioni della Protezione civile e 2 del ministero dei beni culturali (assegnati 3,2). Una cifra che non ha potuto coprire neppure tutte le necessità dei puntellamenti, tanto che il commissario ne ha chiesti altri 10 milioni al presidente della Regione Chiodi, soldi - spiega - che servono per terminare i puntellamenti.
Fatta eccezione per i progetti finanziati dall’estero o da associazioni, istituzioni pubbliche e privati italiani, insomma, il restauro vero e proprio non si può cominciare. Il discorso vale anche per la maggior parte dei 45 monumenti della lista. Per restaurarli tutti servono più o meno 450 milioni. Quelli raccolti fino ad oggi - non tutti ancora materialmente arrivati - sono meno di 50. I contributi stranieri si contano sulle dita di una mano, i più generosi sono i russi, con un contributo di 7,5 milioni offerto per riparare Palazzo Ardinghelli e la Chiesa di San Gregorio Magno. Poi ci sono i francesi (3,2 mln per le Anime Sante) e i kazakistani, (1,7 mln per San Biagio di Amiternum).