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Irene Hell
Dubai punta al cielo
22 Maggio 2006
Articoli del 2005
La Torre di Babele di un dittatorello col senso degli affari. BBC World News 8 agosto 2005 (f.b.)

Titolo originale (con rima che si perde nella traduzione): Dubai reaches for the sky – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

“La Storia che sale” è lo slogan del gigantesco progetto di costruzione avviato lo scorso anno dal padrone di Dubai, sceicco Muhammad al-Maktoum.

Ora è arrivato allo stadio delle fondamenta, profonde 50 metri, di quello che dovrà essere l’edificio più alto del mondo: la Torre di Dubai.

I modelli danno un’idea dell’altezza

La torre di acciaio argentato, la cui altezza resta segreta, è il simbolo scintillante della nuova sicurezza nel boom di Dubai.

L’architetto di Chicago Adrian Smith, che ha progettato l’edificio, dice che ha tentato di superare la distanza fra la tradizione islamica e l’ultramoderna architettura occidentale.

”Le spirali si presentano in molti modi, nell’architettura islamica” racconta.

”La torre sale per gradi in un percorso a spirale. Nell’architettura islamica, questo simbolizza l’ascesa verso il paradiso”.

Un modello in mostra nel bel mezzo del polveroso cantiere da 120 ettari nel deserto, mostra come apparirà la metropoli, completa di lago artificiale.

In mezzo, la torre d’argento sembra un gigantesca freccia a mezza strada per il cielo.

”Sa, l’altezza esatta è un segreto” dice Smith. “Ma sarà parecchio sopra l’edificio più alto, di almeno 600 metri”.

Un record che duri

Le nazioni competono da molto tempo per ospitare l’edificio più alto.

Quello attuale è Taipei 101, Taiwan, di 509 metri, ma la sua gloria sta per essere eclissata dalla terraferma cinese.

Lo sceicco Muhammad, proprietario dei cavalli più veloci del mondo e dei più grossi jet privati, non vuole essere battuto tanto facilmente, e Adrian Smith è determinato a stabilire un record che duri davvero.

”Il nostro piano panoramico sarà il più alto del mondo. C’è un ascensore senza fermate dal pianterreno al 124°. L’intero edificio ha 154 piani.

Ai futuri abitanti si promette una “vita in cielo” di lusso all’avanguardia, con manghi freschi a colazione.

Nodo internazionale

Il livello terreno della Torre di Dubai, conosciuto col nome arabo di Burj Dubai, h ala forma del fiore hymenocallis, un loto bianco originario del deserto d’Arabia.

L’unica cosa che ricorda il fatto che Dubai è un paese islamico, sono le piscine separate per le abitanti donne.

Migliaia di muratori, soprattutto asiatici, lavorano senza pause giorno e notte per realizzare l’ambiziosa visione dello sceicco Muhammad, della sua città capitale mondiale entro il 2010.

Il cyber-sceicco, come lo chiama qualcuno, è ben consapevole che le sue risorse di petrolio sono limitate.

Le nuove risorse della ricchezza di Dubai, così, saranno turismo, finanza, informazione e comunicazione.

Torre di Babele?

Alcuni critici dicono che Dubai – due generazioni fa un primitivo avamposto nel deserto – si sta muovendo troppo in fretta. Non sarà, ci si chiede, la Torre di Dubai una nuova Torre di Babele?

Ma con più dell’80% della popolazione dell’emirato che viene dall’estero, Dubai è già in qualche modo una Babele. E una volta completato, il grattacielo da 900 milioni di dollari coi suoi 3.000 abitanti sarà un grande simbolo.

Questo significa che potrà diventare obiettivo dei terroristi? Mr. Smith preferisce pensare di no.

”Il messaggio di Burj Dubai è di speranza e ottimismo. Credo che non dovremmo aver paura della vita. Altrimenti, che c’è di buono?”.

Un punto di vista condiviso dallo stesso sceicco Muhammad, che arriva in macchina al cantiere lungo la Sheikh Zayed Road.

”Mi piacciono le sfide” dichiara alla BBC. “Se vedo qualcosa di impossibile, voglio farla diventare possibile”.

”Dobbiamo avvicinarci al futuro, non aspettare che il futuro venga a noi”.

Nota: per apprezzare altre massime di “saggezza” dello sceicco, e capire meglio i restroscena del suo piano di modernizzazione di Dubai, su Eddyburg un articolo di Mike Davis ; qui il testo originale sul sito BBC World News (f.b.)

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