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Maria Pia Fusco
"Draquila, la Guzzanti denuncia la deriva autoritaria d’Italia"
13 Maggio 2010
Articoli del 2010
La conoscenza della realtà italiana arriva all’estero con un bel film sul dopoterremoto. La Repubblica, 12 maggio 2010

Se l’ignaro spettatore, senza nessuna conoscenza del nostro paese, leggesse la presentazione di Draquila-L’Italia che trema al festival di Cannes contenuta nel catalogo ufficiale che accompagna le proiezioni, avrebbe l’impressione di un’Italia sull’orlo della dittatura [e non avrebbe torto! n.d.r.]. «Perché gli italiani votano Berlusconi? La virulenza della propaganda, l’impotenza dei cittadini, un sistema economico precario, giochi di potere illegali, una città devastata dal terremoto: sono questi - si legge nel catalogo nella presentazione del film in programma domani - i fattori che, combinati insieme, possono spiegare come la giovane democrazia italiana sia stata assoggettata». E ancora «la caricatura di Berlusconi - una delle imitazioni più celebri dell’attrice - passeggia nella tendopoli dell’Aquila e vaga nella città deserta, come un imperatore alla fine di un regno... ». Perfino più pesanti le considerazioni della rivista Le film français: l’Aquila, devastata dal terremoto - si legge - «diventa lo spazio ideale per raccontare la deriva autoritaria dell’Italia, l’imbroglio dei ricatti, gli scandali, la corruzione e l’inerzia di una classe politica, dei media, degli abitanti e di tutto ciò che paralizza il paese».

Parole forti, che gettano benzina sul fuoco delle polemiche che in Italia hanno già reso il film un "caso", già infuocate dopo la decisione del ministro Bondi di prendere le distanze dal film rinunciando a una visita al festival. Secondo la rivista Le film français, Draquila risponde non solo alla domanda sulle ragioni del voto a Berlusconi, ma anche al «perché gli italiani non considerano la democrazia un sistema adatto al governo della nazione» o «perché credono di più a quello che dice la televisione piuttosto che alla realtà di quello che vedono». E ancora: «Perché gli abitanti dell’Aquila hanno scambiato ciò che avevano di più prezioso, la loro comunità, una città dinamica piena di studenti e di opere d’arte, con un piccolo appartamento fornito da Berlusconi nelle periferie?».

Anche le recensioni del film non vanno per il sottile: Screen International, analizzando le tesi della Guzzanti, sottolinea che «in nome dell’emergenza, si è permesso alla Protezione civile di agire senza controllo e al di fuori della legge». E secondo Screen questo fatto «dovrebbe avere come conseguenza processi ed arresti».

Altrettanto partecipe la critica di Variety: «Un tragico terremoto, scioccante corruzione e gigantesco abuso di potere. Anche per gli italiani abituati agli scandali del loro paese Draquila è un pugno nello stomaco». La rivista riconosce alla Guzzanti il merito di essere «scrupolosamente corretta. Non ignora i fan di Berlusconi ed è pronta a denunciare l’inefficienza dell’opposizione. Tuttavia il ritratto di questo disastro e il modo in cui Berlusconi ha convinto la maggioranza degli italiani del suo benevolo paternalismo, suscita un profondo disturbo. E soprattutto, dando voce all’Aquila, suggerisce che le sofferenze della città dopo il terremoto siano il risultato di una deliberata politica di disinformazione».

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