Ho letto la segnalazione del Signor Mario Colombo a proposito di un porticciolo turistico che dovrebbe sorgere, recuperando un'area industriale dismessa, tra la foce dell'Arno e il Parco di San Rossore. Penso che la segnalazione ponga alcuni problemi ai quali si potrebbe rispondere in modo un po' diverso dal semplice riporre la questione nella conformità o meno del progetto ai piani vigenti. Non so nulla di quel progetto ma non mi sentirei di affermare che se è conforme ai piani vigenti allora va tutto bene. Molte delle segnalazione che meritoriamente eddyburg pubblica quotidianamente (purtroppo e comprensibilmente non tutte quelle che arrivano) si occupano di previsioni di piani regolarmente approvati dagli organi di governo preposti. Il Signor Colombo solleva poi, sommessamente, un'altra questione: i lavori avranno inizio non appena consegnata la V.I.A., ovvero la riduzione della valutazione d'impatto ambientale a prassi autorizzativa. Lo stupore del Signor Colombo è comprensibile e contiene lo sconcerto di chi pensa che la V.I.A. dovrebbe servire a valutare un progetto non ad autorizzarlo. La V.I.A. dovrebbe inoltre contemplare delle audizioni pubbliche,con le quali si dovrebbe rendere noto il progetto alla popolazione potenzialmente interessata dai suoi effetti. Un elemento "larvale" di partecipazione che viene quasi sempre dimenticato. Prima di affermare che se il progetto è conforme ai piani allora va tutto bene, verificherei almeno come è stata condotta la procedura di V.I.A. Anche il progetto Citylife per la riqualificazione dell'ex Fiera di Milano è un regolare Programma Integrato d'Intervento corredato da V.I.A. ma possiamo per questo affermare che tutto va bene? Con i migliori saluti
P.S. Qualche tempo fa le avevo mandato una mia testimonianza a proposito di cosa succede in un paese della Brianza (decida lei se chiamarlo gaddianamente Bueydos, come avevo fatto io, o se con il suo vero nome: Bovisio Masciago) il quale, grazie alla vigente legge urbanistica lombarda, si è approvato un regolare Piano di Governo del Territorio, con tanto di regolare Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano. Questa storia ordinaria forse non interesserà nessuno, ma ci racconta di cosa succede (frequentemente) nella regione d'Italia che per prima ha adottato la via della controriforma urbanistica, tentata a livello nazionale con il DDL Lupi. Personalmente sono convinta che un po' più d'interesse vi andrebbe messo, visto che, come lei afferma nel suo editoriale del 14.02.2006, "La legge Lupi è dietro le nostre spalle. Non così la cultura che l’ha prodotta.". Le re-invio le cronache da Bueydos, rivedute e corrette a beneficio di altre persone che hanno vissuto quella vicenda o che se ne sono interessati.
Ci sono piani fatti bene e piani fatti male. Ci sono VIA fatte bene e VIA fatte male. Non considero né l’uno né l’altra procedimenti burocratici: ma metodi e strumenti diversi necessari per valutare alcune cose. Il piano è lo strumento preliminare, perchè deve garantire la coerenza complessiva delle trasformazioni proposte, e perché contiene un minimo di trasparenza dovuta all’obbligatorietà della pubblicazione e sulla facoltà dei cittadini di presentare osservazioni e di ottenere risposte. Nella risposta a Mario Colombo, quando mi riferisco alla pianificazione regionale e a quella comunale, mi riferisco a piani veri, non a quei pasticci, tipo i “programmi complessi”, inventati per derogare dalla ricerca della coerenza e della trasparenza, che è l’essenza della pianificazione. Certo è comunque (e su questo concordo con lei) che il rispetto della pianificazione (seria) è condizione necessaria ma non sufficiente.
Appena ho tempo e spazio leggo Bueydos, e magari lo inserisco. Abbia pazienza. Per superare la cultura dela legge Lupi ce ne vuole molta.