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Michele Serra
"Discussione e analisi per far decantare i conflitti"
23 Maggio 2006
Articoli del 2005
Il commentatore de la Repubblica - 3 dicembre 2005 - riflettendo di TAV sulla sua Amaca, "scopre" il metodo della pianificazione. Pubblica (f.b.)

"Coinvolgere le popolazioni nelle scelte": è la frase che echeggia dalla Val di Susa fino a Roma, ed è una frase terribile. Non perché sia sbagliata, anzi: "coinvolgere le popolazioni nelle scelte" è solo un modo per dire democrazia, niente di più, niente di meno. La frase è terribile perché, solo a udirla, ci si rende conto della sua totale inapplicabilità, e cioè dell´inapplicabilità della democrazia. I centri di potere economico e tecnocratico sono pochi e impenetrabili, e pianificano il futuro di tutti in superba autarchia: giuste o sbagliate che siano, le famose scelte strategiche arrivano alle "popolazioni" già confezionate e ultimative. E il contraccolpo inevitabile è quasi sempre la rivolta, e il rimedio proposto, quando è oramai tardi, è spesso demagogico e assemblearista, emotivo e insofferente, paralizzante. E´ come se fossero spariti, tra potere e "gente", gli ammortizzatori, i livelli intermedi, i luoghi di discussione e di analisi, dove far decantare i conflitti e costruire senso comune. Quel luogo sarebbe la politica, quel luogo erano i partiti politici quando esistevano e funzionavano. La politica-spettacolo, quella dei leader e dei proclami, del marketing e dei salotti televisivi, è una politica lazzarona: non fa più il suo lavoro, e il prezzo lo paghiamo tutti.

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