Punto primo: il suolo è un bene comune. Punto secondo: si edifica solo su aree dismesse. Punto terzo: ogni nuova costruzione su suolo libero dovrà essere compensata con una superficie doppia destinata a parco. Questa, in sintesi, è la proposta di legge presentata in consiglio regionale da Legambiente Lombardia.
Negli ultimi sei mesi l’associazione ambientalista ha raccolto le firme di oltre 12.000 cittadini lombardi intenzionati a mettere il freno alla colata di cemento che si abbatte ogni giorno nella nostra campagna. L’avanzata di strade, case, centri commerciali, capannoni, spesso desolatamente sfitti, non lascia indifferenti i lombardi consapevoli che sui suoli regionali si giocherà il futuro dei propri figli e nipoti, perché una aggressione così massiccia al territorio è già una seria ipoteca per le future generazioni. Il ritmo con cui spariscono i terreni, inghiottiti da asfalto e cemento, è infatti serrato e preoccupante: 103.000 metri quadri in meno ogni giorno, come dire che ogni tre ore sparisce una superficie di Lombardia pari a quella occupata dal Duomo di Milano. Per di più si costruisce senza produrre alcuna ricchezza e senza rispondere a vere esigenze sociali, ma solo per aggiungere volumi dove il suolo costa meno: in campagna.
Non potrà mai esistere un’edilizia virtuosa fino a quando risulterà conveniente occupare nuovi suoli agricoli piuttosto che recuperare spazi sottoutilizzati. Dobbiamo ripensare il modo in cui si costruisce nella nostra regione: non ha senso costruire quartieri a zero emissioni in posti dove si è costretti a percorrere ogni giorno 100 km in auto per andare al lavoro.
Deve essere fermata l’emorragia dei suoli agrari che è, oggi, il male più grave di cui soffra la nostra regione e l’intero paese. La terra è un bene comune limitato e non rigenerabile, senza il quale non è possibile nutrire il pianeta.
Per questo l’obiettivo principale dell’associazione del cigno, dichiarato ai consiglieri regionali, è ottenere un riconoscimento giuridico per il suolo, che ancora manca nella legislazione del nostro paese. Non abbiamo molto tempo per invertire la rotta, deve passare il principio che il suolo è un bene di tutti, ogni consumo o danneggiamento di questa risorsa rappresenta un vero e proprio danno nei confronti della comunità. Legambiente e i cittadini che hanno sottoscritto la proposta di legge chiedono a gran voce al legislatore regionale di intervenire prima che il danno all’agricoltura e al paesaggio lombardo sia irreversibile.
Sulla proposta di Legambiente vedi anche, su eddyburg, la critica di Gianni Beltrame, la risposta di Damiano Di Simine e la replica di Beltrame