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"Deportati"
17 Aprile 2004
Lettere e Interventi
Lodo Meneghetti (Milano), 29.08.2003

Caro Eddy,

1. Parigi - Grazie a te ho visitato il memoriale dei 200.000 deportati francesi vittime dei nazisti. Non avevo mai scoperto nei numerosi ripassi parigini quest'opera ammirevole, lì appartata e interrata nel giardinetto sulla punta sud-orientale dell'Ile de la Cité separato dal giardino di N.D. mediante la strada che conduce ai due ponti. Abbiamo sostato a lungo, ripensando, benché non siamo certo noi portati a dimenticare. Il punto più alto di emozione in luoghi di questo tipo resta però quello provato più volte alle Fosse Ardeatine: merito anche qui, e in misura ancor maggiore, della sistemazione generale, dell'architettura, del cancello-scultura di Mirko.

Altra sorpresa all'incontrario: il rovinoso intervento di preteso "completamento" del lato opposto all'ingresso dell'ex Museo dei Lavori Pubblici di Perret (ora in restauro interno), una roba bianca con degli svolazzi che non riesco a descrivere. Purtroppo questa volta, per evitare troppo e stancante impegno, non avevo portato la macchina fotografica. Ne sai qualcosa? Quando è avvenuto lo scempio? Se non l'ho mai notato prima, significa che è recente? O non avevo fatto il giro completo del grande edificio sostando troppo sull'ingresso e lungo le due simmetriche ali dalle inflessibili colonnate? Chi sa, scriva.

2. Periferie - L'ultimo, recente fascicolo dei "Quaderni di architettura" del Dipartimento di progettazione dell'architettura del Politecnico di Milano (il n. 23, datato dicembre 2002 ma uscito un pò dopo) a queste è dedicato, in particolare al Milanese. Ho scritto il saggio di apertura, Periphéreia kai Metròpolis. Una lezione semplice. Forse non hai avuto la rivista che Venezia dovrebbe ricevere regolarmente, altrimenti ne avresti accennato nell'occasione odierna. Lo scritto è lungo. Ti propongo di pubblicarne un tratto, il secondo capitolo intitolato La discussione rivolto alla periferia metropolitana milanese nonché a qualche collega (conosci già due frasi che ti ho inviato il 16 maggio, peraltro non reperibili nel cortile). Così apparirebbero, col tuo del 2000, due interventi di "vecchi" urbanisti-architetti/ingegneri. Il primo capitolo, La condizione, riguarda la storia a partire dalla Grecia, il terzo, Le vecchie idee, riguarda le proposte, il progetto, spaziando un pò dappertutto nel tempo e nello spazio. Se ti interessa leggere il saggio completo - indipendentemente dalla diffusione - dimmelo e te lo manderò. In ogni modo troverai il quaderno che, viste le tardive scoperte altrui (guarda guarda persino della questione della bellezza - vai a rileggere a questo proposito la mia lettera del 10 aprile dialogante con Dusana Valecic), Michele Serra compreso (a latere: il Michele deve proprio a me il primo suo libretto pubblicato, Tutti al mare, derivato da una bella serie di articoli su "l'Unità" in precedenza raccolti dai miei studenti e trasformati in una dispensa-primizia; ma se lo è dimenticato e in una successiva edizione ha avuto cura di ringraziare come promotore, da bravo iscritto disciplinato, l'uomo di partito responsabile delle belle lettere - lo Spinazzola, allora), merita di essere citato, fors'anche commentato (da te, mi parrebbe giusto).

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