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Massimo Pisa
Decapitata la Pedemontana Podestà cambia il vertice
2 Ottobre 2009
Padania
Dopo avvisaglie sul Parco Sud, l’autorità metropolitana milanese attacca a Nord: tanti saluti all’autostrada “verde”? La Repubblica ed. Milano, 2 ottobre 2009 (f.b.)

La scure dello spoils system di Guido Podestà s´abbatte sulla Pedemontana e sul suo presidente e amministratore delegato, Fabio Terragni. Il manager, che aveva condotto il progetto della Bergamo-Malpensa fuori dalle secche di vincoli e proteste di comitati, cade all´indomani della presentazione del primo bilancio sociale della società e alla vigilia del via libera del Cipe sull´opera. Paga, Terragni, la casacca di «uomo di Penati» ma la sua è una caduta annunciata da fine agosto, da quando cioè l´attuale presidente della Provincia aveva dato i primi colpi di forbice ai vertici delle società partecipate. Una mossa forte esercitata alla prima occasione utile, con cui il neopresidente provinciale potrebbe rafforzarsi nella partita delle nomine rispetto a Regione e Comune.

Non sembra un caso, maligna più di un osservatore della vicenda, che il cambio della guardia arrivi proprio durante il viaggio di Roberto Formigoni in California. È stato tutto il cda di Pedemontana a decadere, a causa delle dimissioni di quattro dei sette consiglieri: a quelle di Leonardo Carioni, presidente leghista della Provincia di Como, e di Luca Urzì, consigliere in quota Serravalle, si sono aggiunte quelle di Maurizio Pagani e Ferruccio Rocco, uomini del socio di minoranza Intesa Infrastrutture attraverso le controllate Biis ed Equiter. Una mossa, raccontano i dietro le quinte, che sarebbe stata chiesta da Podestà a Corrado Passera, l´amministratore delegato di Intesa San Paolo. Nelle cinque righe di comunicato che annunciano l´azzeramento dei vertici non viene menzionato alcun interim: Pedemontana ad oggi è ferma, la corsa alla successione ha tempi strettissimi - l´ultimo atto di Terragni è stata la convocazione dell´assemblea dei soci per la nomina del nuovo cda il 19 ottobre in prima convocazione, e il 21 in seconda - e nomi probabilmente già blindati. Così non fosse, l´inizio dei lavori della nuova autostrada, affidati a un consorzio con Impregilo in testa e previsti tra gennaio e marzo 2010, rischierebbe un robusto ritardo.

Preoccupazioni che animano opposizione e ambientalisti. «Mi auguro - sottolinea Matteo Mauri, capogruppo Pd in Provincia - che questa scelta non rallenti un progetto già in fase avanzata. Ringraziamo Terragni che è riuscito a portare la società ad un passo dalla realizzazione di questa opera, sviluppando un dialogo con il territorio che non ha eguali». Critico il responsabile trasporti di Legambiente Lombardia, Dario Balotta: «Il nuovo cda non deve azzerare le compensazioni ambientali già definite dalla passata gestione. Altrimenti si rischia di fare una strada inutile e dannosa per l´ambiente»

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