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"Dall'assemblea della sinistra"
18 Gennaio 2005
Lettere e Interventi
Sandro Roggio

sono stato all’assemblea della sinistra a Roma – organizzata dal manifesto – a cui si fa cenno nell’editoriale ultimo di Eddyburg . E’ stato un evento importante, mi pare. Ci sono andato con l’auspicio di uscirne rassicurato, che la sinistra – quella parte della sinistra – ha ancora voglia di stare a sinistra, indisponibile a rinunciare alla radicalità su alcune questioni: per cui a “guerra” non si risponde “un po’ meno guerra”, a “lavoro molto flessibile” non si risponde “ un po’meno flessibile”, a “via i vincoli ambientali” non si risponde “lasciamone qualcuno”, eccetera.

Tanti sono interessati a capire – seguendo le argomentazioni di Asor Rosa – se vi sia spazio per una nuova sinistra che , a stare alle sue parole, o sarà rossoverde ( così: non rossa e verde) o non sarà ( verde per comodità di sintesi per alludere un’idea di buon governo del territorio).

In questa prospettiva è facile riconoscersi e tuttavia c’è un senso di disappunto (molto diffuso, credo) per come le sinistre tutte hanno trattato in questi ultimi anni la questione ambientale nei tanti aspetti di cui si scrive in questo sito ( ogni tanto qualche enunciazione al centro e in periferia largo spazio alle mediazioni).

Però di questi temi all’assemblea di Roma – otto ore di dibattito senza interruzione – non c’è che qualche riferimento qua e là nello stile delle formule propiziatorie. Anche se non mancano bei discorsi come quello di Carla Ravaioli.

Troppo poco rispetto alle attese, anche se si sa che le assemblee generali trattano gli argomenti che vengono considerati più pertinenti alla politica e questo (sob!) è ancora considerato un argomento specialistico, per pochi.

C’è tuttavia l’impegno dell’assemblea, e questo è un aspetto interessante, di andare rapidamente a incontri per temi così da arrivare a sintesi condivise da fare entrare con forza nel programma del centrosinistra, e come è noto Prodi ha già avviato la discussione.

Ecco, credo che ognuno dei lettori di questo sito possa fare qualcosa perché la politica torni a occuparsi del governo del territorio, chiedendo un impegno – a chi si ha più vicino e si pensa che possa influire – perché di governo del territorio si riparli anche nelle sedi della politica. La voglia, a sinistra e non solo, di partecipare alle scelte è forte dimostra quanto è demodé la delega conferita a piccoli gruppi di consiglieri ( ad esempio sui temi dell'irbanistica) di confezionare proposte per temperare i propositi reazionari delle destre.

Se c’è un punto del progetto liberista di Berlusconi che si sta attuando ora dopo ora, in ogni parte del Paese , è quello di togliere regole per lasciare spazio alle più ciniche opere di trasformazione dei luoghi i più preziosi ( come quelli sardi). Ottimista se penso che Eddyburg possa avere un ruolo ?

Noi ci proviamo

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