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Gianfranco Bettin
«Dalla capitale una decisione demenziale»
11 Agosto 2013
Venezia e la Laguna
Un’intervista demenziale dell’assessore all’ambiente della giunta Orsoni di Venezia: vogliono una legge “ad futuram cubaturam”, anche per sanare l’ignorantia legis degli amministratori attuali e pregressi.

Un’intervista demenziale dell’assessore all’ambiente della giunta Orsoni di Venezia: vogliono una legge “ad futuram cubaturam”, anche per sanare l’ignorantia legis degli amministratori attuali e pregressi. La Nuova Venezia, 5 agosto 2013, con postilla

Quel vincolo è demenziale e crea molti più problemi al territorio che a Cardin». Gianfranco Bettin, assessore all’Ambiente, va giù duro con il ministero dei Beni culturali. «Abbiamo già scritto al Ministero per segnalare l’incompatibilità di quel vincolo con il nostro piano regolatore ma soprattutto con i nostri progetti di sviluppo dell’area. Non basta: se il Ministero sostiene un vincolo di questo tipo allora dovrà ordinare l’abbattimento di tutto l’esistente, che è tanta roba». Tutto verte sul termine di “conterminazione lagunare”, cioè le rive della laguna per cui esiste un vincolo paesaggistico che impedisce la costruzione entro un’area di rispetto di 300 metri. Il ministero dei Beni culturali ha bloccato il Palais Lumière sostenendo che la conterminazione si estende anche a tutti i canali che arrivano in laguna. «Una follia che non sta nè in cielo nè in terra», dice Bettin, «allora bisognerà abbattere tutto cioè che è stato costruito lungo il Canale Ovest, quindi la Fincantieri, i Grandi Molini, oppure lungo il Canal Salso andrebbe raso al suolo il Laguna Palace? Ma vi rendete conto? Quel vincolo non esiste, c’è solo nella testa di chi ha deciso a Roma senza fare i conti con la realtà. Ovvio che un vincolo lungo la vera conterminazione lagunare è sacrosanto e io gioisco a ogni abbattimento di abusi, ma di quelli veri». Poi c’è un pericolo anche per il futuro: «Se questo vincolo restasse, allora lo sviluppo e il recupero dell’intera area di Marghera e Mestre sarebbero bloccati. E non solo i progetti futuri, ma anche quelli già approvati. Penso solo a quelli avviati dall’Autorità portuale, l’Oleificio Veneto, l’Ecodistretto. Ma siamo pazzi?». Un vincolo destinato a cadere: «La prima volta che al ministero guarderanno le carte si renderanno conto dell’assurdità e cancelleranno quel vincolo che non ha ragione di essere» Anche l’assessore a ai Lavori pubblici Alessandro Maggioni è convinto dell’inesistenza del vincolo, ma soprattutto dei danni che ha già fatto. «Noi abbiamo perso una grande occasione, la città intera l’ha persa e non per sue responsabilità», spiega, «il vincolo paesaggistico del Ministero ha influito negativamente in modo determinante sui progetti di Cardin. Noi ora stiamo già operando per farlo togliere e rinnoviamo a Cardin l’invito a ripensare il suo ritiro dal progetto del Palais Lumière».

Postilla

Purtroppo agosto incide anche nell’aggiornamento di eddyburg. Solo oggi abbiamo avuto notizia dell’incredibile intervista rilasciata dell’assessore veneziano all’ambiente. La pubblichiamo perché illustra perfettamente l’estensione che ha avuto l’ideologia sviluppista (sintetizzabile nello slogan “meno ambiente più cemento”), divenuta ormai senso comune. Rinviamo il lettore alla nostra postilla a un recente articolo di Enrico Tantucci e a un articolo di commento che abbiamo chiesto a Stefano Boato

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