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Alberto Vitucci
Crisi nera per tutti ma le maxi opere non si fermano mai
25 Gennaio 2012
Vivere a Venezia
Affrettatevi a visitare quel che resta di Venezia e raccoglierne un briciolo, prima che il cemento e la marea del turismo mordi e fuggi l’abbiano distrutta. La Nuova Venezia, 24 gennaio 2012

Un canale da scavare in laguna, il porto nei cantieri Mose Nuovo tunnel per le auto. E rispunta l’idea di De Piccoli

Un nuovo canale in mezzo alla laguna. Un nuovo porto ai cantieri del Mose di Malamocco, l’off shore. Un tunnel subacqueo per portare le auto da Pellestrina al Lido e viceversa. Il Mose in avanzato stato di costruzione, i grandi progetti di edificazione al Lido. E sullo sfondo il cemento in gronda lagunare, Tessera city e la sublagunare. Tempo di crisi e di tagli, ma non per i grandi progetti in laguna.

La protesta contro le grandi navi ha prodotto una proposta del Porto che mette sul piatto alternative a breve e lungo termine. Come nel 2003 quando (sindaco era Paolo Costa, ex ministro e attuale presidente del Porto) il Mose venne approvato dal Consiglio comunale con i famosi 11 punti tra cui c’era la grande conca di Malamocco. La conca è quasi ultimata, ma alle navi non basta già più. Tanto che per i petroli e i container il Porto vuole realizzare una piattaforma in mare da un milione e mezzo di euro. Grandi progetti attesi all’esame della città. Le due proposte avanzate per iscritto dal Porto al governo – e condivise dal sindaco Orsoni – parlano di scavare il canale Sant’Angelo Contorta da due a 10 metri. Un anno di lavori, un milione e mezzo di metri cubi di fanghi da scavare, 30-40 milioni di euro di spesa. E poi di realizzare (nel 2017) la nuova Stazione passeggeri nel cantiere dei cassoni del Mose, a Santa Maria del Mare. Il ministro per l’Ambiente Corrado Clini prima della tragedia della Costa Concordia aveva lanciato l’idea di spostare in mare le grandi navi. Ora ha scritto al Porto. «Condivido questa soluzione, fatte salve le verifiche puntuali in merito alle compatibilità ambientali», scrive Clini, che rilancia anche l’idea di spostare in mare le petroliere. E sulla «compatibilità ambientale» dei nuovi lavori con l’equilibrio lagunare il dibattito è già aperto.

L’ingegnere idraulico Luigi D’Alpaos si dice convinto che scavare un canale del genere in mezzo alla laguna avrà «conseguenze idrauliche gravissime». Aumento di acque alte, perdita di sedimenti. Un canale dei Petroli bis. Quanto al porto passeggeri sul Mose, le obiezioni riguardano l’impatto della piattaforma in cemento del Mose (11 ettari) e la distanza da Venezia. I comitati protestano, i proponenti già pensano a un tunnel per le auto. Qualcuno ricorda che un progetto per il porto in mare (a Punta Sabbioni) c’è già, e non è mai stato preso in considerazione. E’ il «Perla» di Cesare De Piccoli: grandi navi al Lido e turisti portati a Venezia con la motonave. Ed è polemica.

Rinviamo alle nostre postille agli articoli di Enrico Tantucci (19 gennaio) e di Alberto Vitucci (21 gennaio)

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