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Enrico Tantucci
Necessari 40 milioni per deviare le navi
19 Gennaio 2012
Vivere a Venezia
Meno turisti in visita a “Venezia cartolina”, e niente Grattacieli del mare. Invece...La Nuova Venezia, 19 gennaio 2012, con postilla

Superato il tetto di 2.000 voti nel sondaggio lanciato da La Nuova Venezia sul sito web sul passaggio delle Grandi navi in Bacino San Marco. La larga maggioranza è favorevole al l’allontanamento delle navi da crociera a Venezia. Tre le opzioni prospettate in risposta: «Sì, vanno bloccate perché così l'ambiente muore»; «No, devono passare perché la città vive di turismo». Oppure il classico «Non so». Oltre 2.000 persone hanno partecipato in un giorno al sondaggio, schierandosi a maggioranza schiacciante a favore dell’ambiente, nonostante il traffico passeggeri sia una voce importante della vita economica del porto. D’altra parte, da mesi è cresciuto prepotentemente sul web il malessere contro il passaggio dei colossi del mare, a sfilare davanti a piazza San Marco. Il sondaggio resta aperto sul sito de La Nuova Venezia. Il tema del transito dei giganteschi condomini del mare - come li ha chiamati il ministro Clini - a pochi metri dalla Piazza è anche in home page del settimanale Espresso, all’indirizzo espresso.

Ci vorrà almeno un anno di lavori - dal momento del via libera - e una spesa vicina ai 40 milioni allontanare le navi da crociera dal Bacino di San Marco, come ormai tutti chiedono dopo l’affondamento della «Concordia» di fronte all’isola del Giglio. Mentre infatti il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni ha incontrato ieri a Roma il ministro dell’Ambiente Corrado Clini - che gli ha prospettato la possibilità di un provvedimento governativo in questo senso, sulle basi delle leggi già esistenti - e il presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa ha confermato la precisa volontà di Porto e Comune di eliminare progressivamente i passaggi delle navi da crociera in Bacino San Marco, restano però i problemi tecnici ed economici dell’operazione, che potrebbe essere realizzata non dal Magistrato alle Acque, come si pensa, ma dal commissario governativo allo scavo dei fanghi dei canali portuali Roberto Casarin, che almeno sino alla fine dell’anno in corso, ha la competenza su questo tipo di opere.

L’ipotesi più accreditata è quella dell’ingresso delle navi da crociera in laguna dalla Bocca di porto di Malamocco, raggiungendo la Marittima attraverso il Canale dei Petroli. Per questo, adottando un “senso unico” - che potrebbe in teoria diventare anche un doppio senso - sarebbe però necessario scavare e allargare il canale Contorta-Sant’Angelo, tra il canale della Giudecca e Marghera, mentre è da vedere se utilizzare per l’arrivo in Marittima anche il canale Vittorio Emanuele, dove è presente un elettrodotto. «Si tratterebbe di asportare non meno di un milione e mezzo di metri cubi di fanghi, facendone prima una caratterizzazione per valutare la percentuale di inquinanti - spiega l’ingegner Casarin - e se quelli più tossici fossero anche solo il 10 per cento, la spesa toccherebbe una cifra vicina ai 40 milioni di euro. Per lo stoccaggio, poi, alle Trezze o altrove, ci vorrebbe tempo per la disitratazione dei fanghi, almeno un anno». «La questione delle grandi navi- ha ricordato ieri Orsoni - l’abbiamo affrontata da tempo con uno specifico protocollo con l’Autorità Portuale e con la quale ci siamo dati tre mesi di tempo per trovare le soluzioni che permettano di alleggerire il traffico davanti a San Marco».

Entro gli inizi di marzo, così, dovrebbero essere pronte le «indicazioni su come operare, sempre che prima non intervenga una decisione da parte del governo». Il sindaco indica anche una possibile strada: se anche per i canali marittimi potesse essere applicato il codice della strada allora per un primo cittadino si aprirebbe la possibilità di avere delle competenze. «In ogni caso - conclude, dopo l’incontro con il ministro Clini - se il Ministero dovesse fare dei provvedimenti che ci aiutino ben vengano», con indirizzi specifici rivolti alle autorità competenti per ridurre il traffico marittimo nel aree a rischio.

Per Paolo Costa - intervenuto anche ieri a un dibattito televisivo sul caso Concordia a La7 - l’allontanamento delle grandi navi dal Bacino di San Marco si farà, anche se non c’è alcun rischio che in laguna possa ripetersi un simile incidente. «Al massimo una nave da crociera rischia di incagliarsi sul fondale sabbioso, come è già successo nel 2004 - ha ricordato - e verrebbe rimossa dai rimorchiatori. L’importante è che tra pochi giorni, finita la copertura mediatica, non si dimentichi il problema.

In posizione di attesa il nuovo presidente del Magistrato alle Acque Ciriaco D’Alessio: «Comune e porto stanno dialogando sulla soluzione da scegliere per risolvere il problema del passaggio delle grandi navi di laguna e ci sono un ventaglio di possibilità. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, non appena sarà presa una decisione definitiva in merito». «Stiamo valutando la possibilità di adottare misure di limitazione - ha intanto dichiarato ieri il ministro Clini in Parlamento - per le rotte di queste navi in aree sensibili e a rischio. La legge 51 del 2011prevede che il ministro dell’Ambiente e quello dei Trasporti possano prendere in considerazione «limitazioni nelle aree a rischio.

postilla

In sostanza, per "salvare" la Venezia monumentale si propongono di distruggere la radice vitale della città: la sua Laguna. Infatti parlano di approfondire e allargare il "canale dei petroli", uno dei maggiori responsabili del disastro della Laguna che dal 1966 si decise di ridurre. E non ci si preoccupa del rischio che il disastro ecologico, allontanato da Piazza San marco, dovesse distruggere l'insieme della Laguna.

Ma non basta. Non si rendono conto che, al di là del rischio di un Costa Concordia bis, c'è la catastrofe quotidiana di un turismo "mordi e fuggi" che ha già profondamente trasformato la città, e che è oltretutto la concausa dei "Grattacieli (altro che "condomini", ministro Clini) del mare".

Una concluione, speriamo provvisoria: la fedeltà al Dio degli gli affari rende demente chi affarista non è.

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