loader
menu
© 2024 Eddyburg
Valentino Parlato
Crisi Economica. Ostellino l'estremista
18 Maggio 2010
Articoli del 2010
Il Welfare state? Non è il risultato di due secoli di lotta per la civiltà, per il Corriere è un orpello. Il manifesto, 18 maggio 2010

Il Corriere della Sera (il «Corriere dello Zar» scriveva il nostro Luigi Pintor) questa volta ha proprio esagerato affidando a Piero Ostellino la richiesta di condanna a morte di quel poco di stato sociale che ancora c'è in Europa.

Ostellino comincia con una citazione del Washington Post, che è un annuncio di morte: «L'eccezione europea, il modello sociale più generoso del pianeta, ha i giorni contati». E prosegue: «Lo stato sociale moderno è oggetto di statolatria. L'attributo sociale è il distintivo residuale delle politiche progressiste del Novecento». Tutto questo sistema - sempre secondo Ostellino - massacra «il singolo individuo, non protetto da una qualche corporazione, e le aziende che operano sul mercato». E poi ancora c'è l'accusa ai «media che invece di guardare dentro la macchina dello stato moderno e denunciarne costi e pericoli»... «ancora tacciono, vuoi per conformismo, vuoi per riflesso degli interessi extraeditoriali dei loro editori».

Morale della favola: lo stato sociale moderno è dannoso e va liquidato a vantaggio degli interessi extraeditoriali dei media, che, evidentemente, non toccano il Corsera nel cui consiglio d'amministrazione figurano (copio dal Corsera) Piergaetano Marchetti, Giovanni Bazoli, Luca Cordero di Montezemolo, Diego della Valle, Cesare Geronzi, Antonello Perricone, Giampiero Pesenti e Marco Tronchetti Provera. Tutte persone rispettabilissime, ma i cui sani interessi sono tutti «extraeditoriali».

Da tutto questo argomentare possiamo trarre almeno tre conclusioni:

1) l'attuale crisi è colpa di quel poco di stato sociale che c'è. Cioè delle pensioni, dei salari, dell'assistenza sanitaria, della scuola pubblica e di quant'altro. Morale: lo stato sociale va liquidato al più presto con tagli a pensioni, salari e quant'altro;

2) si proceda al più presto alla detassazione di capitali, profitti e rendite, aumentando la tassazione dei redditi di lavoro, gli unici che non riescono a evadere il fisco;

3) cancellando quel poco di stato sociale che c'è e anche la Costituzione (che dice che l'Italia è «una repubblica fondata sul lavoro) si deve concludere che a comandare nel nostro paese (e anche sui media) debbono essere gli interessi forti dei capitalisti e degli sfruttatori.

Ps. Vorrei chiedere allo stimato amico Ferruccio De Bortoli come e perché si è lasciato sfuggire questa «stravaganza» autolesionista anche per il Corriere. Sono proprio così forti gli interessi «extraeditoriali» da sfidare anche il comune buon senso? Molto più saggia la signora Emma Marcegaglia, che ha rifiutato di prendere il posto dell'ex ministro Scajola e ha detto no al Cavaliere. Ostellino invece si dichiara sua coraggiosa avanguardia.

ARTICOLI CORRELATI
31 Dicembre 2010

© 2024 Eddyburg