loader
menu
© 2024 Eddyburg
Norman Foster
Costruire un futuro sostenibile
22 Maggio 2006
Articoli del 2005
Il noto architetto interviene sui temi dello sviluppo - soprattutto urbano -sostenibile. Dal sito CNN, 11 maggio 2005 (f.b.)

Titolo originale: Building a Sustainable Future – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

Il bisogno di ripondere agli impatti dell’uomo sull’ambiente non è mai stato più urgente. Gli scienziati prevedono che la Terra si riscalderà da 1,4 a 5,8 gradi Celsius entro il 2100: più di quanto si ritenga siano cambiate le temperature dall’alba dell’umanità.

È ora ampiamente accettato come ciò sia in gran parte dovuto alla crescente concentrazione dei gas serra: il più rilevante la CO2.

Nel mondo sviluppato, gli edifici consumano metà dell’energia che produciamo e sono responsabili per la metà delle emissioni di CO2, col rimanente suddiviso fra industria e trasporti.

Questo è già abbastanza allarmante. Ma cosa succederà quando entrerà in gioco il mondo in via di sviluppo?

La Cina prevede un raddoppio del prodotto nazionale lordo del 2000 nel 2010, e il Kazakistan, una delle economie in crescita più rapida, ha avuto un’incredibile aumento del 9,5 per cento nel 2002.

In Cina, il boom edilizio non ha precedenti, rapido e furioso. Città come Pechino o Shanghai praticamente cambiano ogni giorno, con implicazioni ambientali preoccupanti.

Per evitare una catastrofe ambientale globale, ciascun paese deve adottare strategie di sviluppo sostenibile.

La sostenibilità richiede di pensare in modo olistico: localizzazione e funzione di un edificio, la sua flessibilità e tempo di vita, il suo orientamento, la forma e struttura; i sistemi di riscaldamento e ventilazione, i materiali utilizzati, tutto ha impatti sulle quantità di energia impiegate per costruirlo, gestirlo e mantenerlo.

Virtualmente ogni nuovo edificio può essere progettato per consumare solo una frazione delle attuali quantità di energia. Ma questa è solo una parte del problema. Ci sono altre due questioni cruciali: la crescita della popolazione e lo spostamento verso le città.

La popolazione mondiale è ora di 6,4 miliardi; in 10 anni ci si aspetta che raggiunga i 7,5 miliardi. Entro il 2015 ci saranno 23 “mega-città” con popolazione superiore ai 10 milioni di abitanti. Diciannove di esse saranno nei paesi in via di sviluppo, dove metà della popolazione sarà urbanizzata.

Le città diffuse sono di gran lunga meno efficienti dal punto di vista energetico di quelle progettate in modo denso. Gli spostamenti in macchina sono un fattore cruciale. Immaginatevi qualcuno che guida 20 chilometri per andare al lavoro tutti i giorni. La sua famiglia (di lui o di lei) consumerà 720 litri di carburante l’anno, il posto di lavoro 285 litri, il trasporto 900 litri. Questo ci dice che anche se gli edifici fossero a consumo energetico zero, e senza emissioni di anidride carbonica, avremmo ancora dei problemi.

È allarmante il fatto che in molti paesi l’uso dell’auto sia ancora in aumento. Per ridurre gli spostamenti in automobile dobbiamo incoraggiare città compatte, e nuova edificazione ad alta densità.

I critici sostengono che densità maggiori portano a realizzare ambienti “poveri”. Ma non è detto. Monaco e Macao, le comunità urbane più dense del mondo, stanno alle estremità opposte dello spettro economico.

A Londra alcune delle zone più densamente popolate offrono gli stili di vita più desiderabili: Kensington e Chelsea hanno densità di popolazione sino a tre superiori ai quartieri più poveri della città.

Il ragionale olistico deve essere applicato nello stesso modo alle infrastrutture: sistemi di trasporto, strade, spazi pubblici: il “collante urbano” che tiene insieme le città. La qualità delle infrastrutture impatta direttamente sulla qualità della vita urbana.

La natura non inquinante della maggior parte del lavoro post-industriale significa che i luoghi di lavoro possono essere combinati alle abitazioni, ed è possibile sostenere comunità ben localizzate quando i collegamenti di trasporto, le attività, scuole e negozi sono ad una distanza da casa percorribile e piedi o in bicicletta.

Gli architetti hanno un ruolo vitale nel promuovere soluzioni sostenibili. Ma c’è bisogno anche di costruttori progressisti e di politici con il coraggio di fissare obiettivi e incentivi che la società possa seguire.

Alcuni paesi indicano la via: la Germania ha capito da tempo il bisogno di ridurre i consumi e adottare fonti di energia rinnovabili, e questo si riflette nei regolamenti edilizi.

Altri in vari gradi sono più indietro. Non esistono barriere tecnologiche allo sviluppo sostenibile, ma solo quelle della volontà politica.

Se vogliamo evitare i danni ambientali costruiti dalle pratiche insostenibili del passato, le economie sviluppate e quelle emergenti devono agire all’unisono e con urgenza, prima che sia troppo tardi.

Nota: qui il testo originale sul sito della CNN (f.b.)

ARTICOLI CORRELATI
19 Ottobre 2016
31 Dicembre 2008
6 Dicembre 2007

© 2024 Eddyburg