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Riccardo De Gennaro
Cattaneo contro Annunziata Sindacati in tv? Hanno Rai3
Riforma pensioni, il direttore generale Rai disposto a concedere solo un contraddittorio da Vespa - Possibile manifestazione nazionale a fine novembre Ieri incontro a Viale Mazzini. Maroni: la legge può essere ancora migliorata
ROMA - Forse uno speciale «Porta a porta» sulle pensioni, dove potrebbero avere un piccolo spazio tutto loro per spiegare le ragioni del no alla riforma Berlusconi. O, forse, niente. I tre leader di Cgil, Cisl e Uil, Epifani, Pezzotta e Angeletti, sono usciti ieri dall' incontro in Rai con il presidente Lucia Annunziata e il suo direttore generale Flavio Cattaneo con una mezza promessa, ma con la conferma della difficile coabitazione tra i due, ormai ai limiti dello scontro. Mentre la Annunziata ha dato ragione ai sindacati sulla legittimità della loro richiesta di uno spazio in tv dopo gli interventi sulle pensioni di Berlusconi e Tremonti (il primo a reti unificate, il secondo invitato a «La vita in diretta»), Cattaneo ha preso tempo, riservandosi una decisione dopo una consultazione con i direttori di rete e richiamandosi a «delibere interne» e ad «elementi normativi». Dopo che il direttore generale ha dichiarato di rispondere soltanto al consiglio di amministrazione, il presidente Annunziata ha ribattuto che oggi porterà il problema nella riunione del cda. Preso atto della posizione di Cattaneo, la Annunziata ha anche manifestato al direttore generale le sue perplessità sulla coerenza della Rai rispetto alle sue caratteristiche di servizio pubblico. è, insomma, la seconda puntata del braccio di ferro cominciato in occasione della mancata concessione della diretta tv per la manifestazione dei sindacati europei a Roma. In apertura dell' incontro, durato oltre un' ora, Cattaneo ha fatto immediatamente capire ai sindacati la sua scarsa disponibilità a concedere loro spazi televisivi: «Di che cosa vi lamentate? Avete già Raitre, che ogni giorno sostiene le vostre ragioni», ha detto Cattaneo, raccontano i sindacati. «Allora diremo ai nostri iscritti di pagare soltanto un terzo del canone», ha ribattuto Pezzotta. I sindacati chedono, come ha sollecitato anche il presidente della commissione di vigilanza sulla Rai, Claudio Petruccioli, parità di trattamento rispetto agli interventi di Berlusconi e Temonti, che hanno potuto parlare della riforma previdenziale senza alcun contradditorio: «Abbiamo chiesto che ci sia spazio anche per le posizioni del sindacato - ha detto Epifani - cosa che per il servizio radiotelevisivo dovrebbe essere quasi un dovere istituzionale. Fino ad oggi, invece, questo non è avvenuto». I sindacati, intanto, sono impegnati nella preparazione dello sciopero generale di venerdì prossimo: la nostra sensazione, dicono, è che sarà molto partecipato. E sarà solo il primo passo: Cgil, Cisl e Uil avrebbero infatti già stabilito il percorso di lotta successivo, che dovrebbe prevedere - se il governo non ritirerà la delega - una grande manifestazione nazionale a Roma (come nel ' 94) da fissare per sabato 22 o 29 novembre e uno sciopero generale - questa volta di otto ore - per il mese di dicembre. Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, intanto, torna alla carica e ribadisce che «spazio per il dialogo con le parti sociali c' è, vedremo se ci sarà la volontà di discutere dall' altra parte, per ora ho sentito soltanto dei no e nessuna proposta alternativa». Gli risponde Pezzotta: «Adesso facciamo lo sciopero, poi - se il governo cambia la sua proposta - si può discutere. Comunque è lui che deve cambiare, non io. Il sindacato le controproposte le aveva fatte e non ha ricevuto alcuna risposta». Quanto all' unità sindacale, Pezzotta ha dichiarato che «ci sono dei momenti in cui è prioritaria la convergenza su obiettivi comuni anche se questo non vuol dire aver superato le divisioni. Oggi è uno di quei momenti». Da Palazzo Chigi, intanto, nessuna notizia della lettera sulle pensioni che Berlusconi ha annunciato di voler inviare agli italiani sull' esempio del primo ministro francese, Jean Raffarin. è possibile che, dopo una prima valutazione in senso contrario, l' invio della missiva avvenga dopo lo sciopero generale proclamato da tutti i sindacati, ad eccezione delle Rdb-Cub, che hanno scelto il 7 novembre. Per ora l' unico punto fermo è che la lettera sarà lunga non più di 25 righe, una cartella.
La Rai oscura i sindacati, Annunziata non convoca il cda
Bocciata la proposta del presidente di prevedere finestre informative sullo sciopero di venerdì. Polemica con Gasparri
ROMA - Lucia Annunziata manda al minimo i motori della Rai. Il presidente della tv di Stato rinuncia, cioè, a convocare la prossima riunione del consiglio d' amministrazione. Il suo è un estremo atto di protesta contro lo decisione del direttore generale Cattaneo e dei 4 consiglieri di non dar «voce» al sindacato sulla riforma delle pensioni. In concreto Lucia Annunziata chiedeva che RaiUno, la rete più vista, aprisse delle "finestre informative" sullo sciopero del 24 ottobre. Queste finestre avrebbero compensato il messaggio di Berlusconi agli italiani (quello a reti unificate) ed anche la presenza di Tremonti al programma di Cucuzza, il 15 ottobre. Niente da fare. Dello sciopero dovrà occuparsi RaiTre, più piccola e meno vista, con un pugno di spazi informativi. Cada nel vuoto anche l' idea del segretario della Uil Luigi Angeletti, che sognava un confronto video con Berlusconi o almeno con Tremonti. Annunziata è arrabbiata anche perché oggi "Uno Mattina" ospiterà il ministro Maurizio Gasparri, malgrado un atto della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai vieti la presenza dei politici in programmi di intrattenimento. In questo clima, Giuseppe Giulietti dei Ds promette un ricorso alle «autorità di garanzia, italiane ed europee» perché si valuti se la Rai rispetta i criteri minimi di pluralismo: «L' evidenza è che chiude la bocca al sindacato e offre telecamere, microfoni e truccatrici solo a questo o quel ministro». Fabrizio Morri, sempre dei Ds, è «incredulo perché la tv di Stato nega spazio, oltre che ai partiti dell' opposizione, addirittura alle forze sindacali, dunque ai lavoratori di ogni credo ed opinione». Dall'altro fronte, Schifani (Forza Italia) accusa Annunziata di fare ormai un «uso politico» della sua poltrona di presidente. Batte un colpo anche il portavoce di Gasparri per spiegare che, stamattina, il ministro non vestirà la giacca del politico, semmai quella del rappresentante delle istituzioni. La Rai, infine, ricorda che anche Vespa, lunedì sera, si occuperà di pensioni. (a.fon.)
Annunziata: nel 2004 non ci sarà pluralismo
Il presidente Rai: 'Il digitale è sulla carta, Ciampi si illude' - La polemica. Oggi i vertici in Vigilanza 'Dare più voce ai sindacati'
ROMA - Lucia Annunziata, presidente della Rai, avverte i politici ed anche il presidente Ciampi. Niente illusioni: il pluralismo informativo non è dietro l' angolo, non arriverà nel 2004, e comunque non è garantito dalla legge Gasparri, all' esame del Parlamento. E' un errore - aggiunge Annunziata - riporre troppe speranze nella Tv digitale terrestre, di cui parla la legge. Questa nuova tecnica di trasmissione del segnale promette di moltiplicare i canali ricevibili a casa, dunque gli editori che offrono contenuti, dunque il pluralismo informativo. Ma una tecnica così innovativa richiede tempi lunghi prima di affermarsi, almeno 10 anni: bisognerà cambiare antenne e televisori, ad esempio. Prima di allora, la fine del duopolio è una pia illusione. E a proposito di pluralismo, la commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai convoca per oggi Annunziata e il direttore generale Flavio Cattaneo. I due amministratori si sono scontrati martedì, lei favorevole a collocare nel palinsesto di RaiUno (la rete più vista) spazi informativi sullo sciopero dei sindacati, lui disposto a concedere solo la piccola (e meno vista) RaiTre. Paolo Gentiloni della Margherita chiede che la commissione parlamentare di Vigilanza approfondisca la questione. Non solo. Il direttore generale Cattaneo dovrà anche spiegare perché i ministri Tremonti e Gasparri sono andati da Cucuzza e ad "Uno Mattina" (su pensioni e televisione digitale) malgrado un documento della Vigilanza vieti la presenza di politici in programmi di intrattenimento. Infine, Ulivo e Rifondazione attaccano Tony Renis, che organizzerà il Festival di Sanremo, e anche il direttore di RaiUno Del Noce. Il 14 ottobre, l' Unità ha pubblicato un articolo di Nando Dalla Chiesa che raccontava delle presunte amicizie di Renis con alcuni boss mafiosi americani. Ieri, poi, in una intervista al Corriere della Sera, Del Noce ha sdrammatizzato la cosa, ha parlato di una campagna di «sospetto e diffamazione senza prove», infine ha ricordato che anche Sinatra conosceva personaggi equivoci, inevitabile forse per chi calca i palcoscenici. Ulivo e Rifondazione non gradiscono il teorema di Del Noce (ieri preso di mira anche dalla trasmissione radiofonica di Alessandro Sortino, in onda su Capital). Falomi dei Ds e Piscitello (Margherita) chiedono che il contratto di Renis con la Rai sia sottoposto alle verifiche antimafia, come capita per gli appalti alle imprese. Vendola (Rifondazione) invoca le dimissioni dell' artista. An, invece, accusa il centrosinistra di muoversi ormai sulla linea «colpevolista e insinuante» tracciata da Violante. (a.fon.)