Le recenti imprese di un protagonista del gruppo di potere dominante nell'economia e nella politica veneziane: il «king maker dello "sviluppo" che vola insieme alle colate di cemento». Il manifesto, 26 agosto 2015, con ampia postilla
Marchi è presidente Save (35,9 milioni di euro di capitale) quotata in Borsa da dieci anni, che detiene il 27,65% dell’aeroporto belga di Charleroi ed è entrata nella spa che gestisce gli scali di Verona e Brescia. Fino ad ottobre 2016, Marchi può contare sul patto parasociale con Agorà Investimenti e Marco Polo Holding (entrambe società con sede a Conegliano). Ed è riuscito perfino a piegare il finanziere franco-americano Joseph Oughourlian (presidente di Amber Capital Italia Sgr) che con il 20% delle azioni Save aveva attaccato senza pietà la gestione del «Marco Polo» da parte dello staff di Marchi.
Ma il quadrante di Tessera continua a rappresentare, da lustri, il core business dell’urbanistica a senso unico. Fin dalla «svolta» in Save con gli enti pubblici locali beffati dal governatore Galan che incorona Marchi: è la privatizzazione, perfino a dispetto di Paolo Sinigaglia (presidente di Veneto Sviluppo). Così oggi il presidente di Save sfodera un’altra operazione in grande stile: il masterplan che ridisegna tutto, con orizzonte finale 2021.
Contiene un mega-hotel di fronte al progettato terminal acqueo che da solo vale 630 milioni di investimento. Il commissario Zappalorto aveva dato il via libera, ma sono insorti i comitati dei cittadini di Tessera e Campalto. L’albergo è previsto in un’area di 10 mila metri quadrati: il 30 settembre scade il termine della manifestazione d’interesse. Un analogo progetto era già contenuto in «Porta di Venezia» firmato dall’architetto canadese Frank O. Gehry e rimasto lettera morta per assenza di finanziamenti. L’idea dell’hotel viene rispolverata accanto alla specie di Croisette con vista laguna.
Il 22 luglio il comitato cittadini di Tessera e Campalto contro l’inquinamento acustico, atmosferico e ambientale da traffico aeroportuale ha depositato in commissione Via ulteriori 17 pagine di critiche al masterplan Save. «Non può essere l’Enac il proponente di una istanza di Via di un Masterplan redatto dal gestore aeroportuale, poiché all’Enac è attribuito per conto dello Stato il compito primario di controllare e vigilare sull’operato e le scelte del gestore», spiegano evidenziando il conflitto d’interesse. Il comitato si preoccupa anche del rumore notturno all’interno della municipalità: «La frequenza dei sorvoli in allontanamento è destinata ad aggravarsi con l’aumento del 30% dei sorvoli a bassa quota». Save promette una dozzina di opere di mitigazione a Tessera? «Abbiamo conferma dalla controdeduzione del dubbio espresso nelle nostre precedenti osservazioni: il complesso delle opere di mitigazione e compensazione è stato elaborato e inserito pro forma. Appare chiaro che è un collage pubblicitario, per imbonire i cittadini».
postilla
L’area di Tessera è un punto nodale della strategia diprivatizzazione e della città e della sua Laguna. Da un punto di vistaterritoriale è uno dei tre poli sui quali si concentrano grandi operazioniimmobiliari. A Tessera sono state avviate con una serie di modifiche dellastrumentazione urbanistica e di acquisizioni immobiliare finalizzata avalorizzare economicamente un enorme complesso di aree. Nel gigantescocomplesso immobiliare dell’Arsenale di Venezia, di eccezionale valorestorico-artistico, sono in atto da tempo iniziative di privatizzazione e“valorizzazioni” degli immobili oggi di proprietà pubblica. Al Lido di Veneziasono in corso iniziative di “valorizzazione” turistica basata essenzialmentesulla privatizzazione di complessi immobiliari pubblici. I tre poli dovrebberoavere il loro collegamento funzionale con la metropolitana sub lagunare,intervento devastante per l’impatto sullastruttura geologica di base dellacittà (il “caranto”) e per l’ulteriore apporto di flussi turistici verso unacittà già alle soglie del collasso.