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Gary Strauss
Ci sarà da ricostruire qualcosa di più importante degli edifici
22 Maggio 2006
Articoli del 2005
Ricostruzione di New Orleans e riflessioni un po' facilone sul "genius loci". USA Today, 5 settembre 2005 (f.b.)

Titolo originale: More than buildings will have to be rebuilt– Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

“New Orleans ha come risorsa principale la sua tradizione e la sua storia” dice Ari Kelman, una storico che ci ha vissuto due anni e mezzo a fare ricerche per il suo libro del 2003, A River and Its City: The Nature of Landscape in New Orleans. “Questo è un colpo duro”.

La gente di fuori conosce Big Easy per il jazz, il Quartiere Francese e la più importante festa del Nord America per il Mardi Gras. Sotto questa fama festaiola, sta una città profondamente influenzata dal colonialismo francese e spagnolo, e dalla cultura afroamericana che si sono intrecciate a formare il tessuto sociale e la psicologia collettiva di New Orleans.

”È il posto più magico del mondo”, dice il nativo di New Orleans e guru delle diete Richard Simmons.

Ma ora ci si chiede se questa magia non sia stata spazzata via per sempre.

“È tanto radicata nella nostra cultura. Ma ora mi sembra che lo spirito si sia spezzato” racconta il dirigente della CNN Kim Bondy, nativo di New Orleans la cui casa di mattoni a due piani è rimasta gravemente danneggiata dall’alluvione. “La cosa che mi colpisce profondamente, è che queste sono cose che non possono essere ricostruite, non si possono recuperare”.

New Orleans ha un’alta percentuale di residenti di lunga data, superiore a quella della maggior parte delle città degli USA. Migliaia sono dispersi, e si teme morti. Ci sono 350.000 abitazioni danneggiate o distrutte, altre migliaia gravemente colpite, proprietà e vite devastate. Nonostante le radici profonde, non è chiaro quanti degli sfollati decideranno di rendere permanente quell’esodo.

“Non sono sicuro che la città possa tornare” dice il romanziere nativo della Louisiana James Lee Burke, che ritiene che l’alluvione abbia semplicemente accelerato le lenta spirale in discesa della città, che durava da decenni, di deterioramento sociale fra droghe illegali, criminalità e assenza del governo.

Gli storici ricordano che New Orleans si è ripresa da tre epidemie a metà ‘800, quando morirono migliaia di persone, e dall’alluvione del Mississippi del 1927, che ne uccise centinaia. Ma la dimensione del colpo di Katrina non ha precedenti, e potrebbe cambiare per sempre l’immagine della città a gli occhi di residenti e turisti.

”New Orleans ha la fama di posto divertente” dice lo psicologo Robert Butterworth. “Le immagini di migliaia di persone in grande difficoltà, non aiutano in questo senso l’immagine della città”.

Ma, come Simmons, altri esprimono speranza per una rinascita di New Orleans.

Potrebbe anche rinascere più forte” pensa il commentatore politico James Carville, noto come il CajunInfuriato. “Non ci si dimentica come si suona il saxofono, o come si cucina, o si scrive. E nemmeno come ci si diverte. È tutto ancora qui. Disastri e calamità fanno parte della storia di New Orleans. Anche questo passerà”.

Nota: il testo originale di questo articolo, al sito di USA TODAY (f.b.)

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