Certo che districarsi tra articoli, dichiarazioni ed interviste si fa fatica a capire cosa è successo in Val di Susa, tanto che viene il dubbio che anche tra i commentatori in pochi abbiano letto con attenzione le carte.
Non resta quindi che leggere il testo originale delle conclusioni dell’Osservatorio (sono solo sei pagine) che non è l’accordo politico sul quale le parti convengono, ma solo l’avvio della fase di discussione politica che si aprirà nei prossimi giorni da una parte nel governo e dall’altra tra gli enti locali.
Ci limitiamo qui pertanto a fornire una guida essenziale a ritrovare nel documento le cose davvero fondamentali che sono:
1. il documento non dice nessun sì al tunnel ma parla di politiche integrate del trasporto sui valichi e di modalità di progettazione delle nuove opere. E’ la prima acquisizione, dalla quale discendono tutte le altre, e che reintroduce elementi ‘alti’ di politica nazionale dove sino a ieri c’era solo l’interesse diretto o indiretto dei ‘promotori’;
2. il documento quindi non prevede nessuna data di ‘inizio lavori’, che era invece l’obiettivo irrinunciabile che i ‘promotori’ hanno sempre tentato di far passare;
3. le buone intenzioni o le petizioni di principio sono sostituite dalla verifica dei risultati raggiunti in termini di trasferimento modale delle merci e dei passeggeri, quali precondizioni per il proseguimento del processo;
4. tutte le azioni in territorio italiano (le politiche , le progettazioni, le opere) devono avere una gestione unitaria con il concorso delle comunità locali ed in presenza di un monitoraggio continuo dei loro effetti;
5. c’è l’accordo ad operare per fasi, anche se questo resta – non a caso - il punto nel quale l’osservatorio non può comporre la divergenza e lo denuncia esplicitamente: fasi condizionate dall’effettivo raggiungimento di predefiniti livelli di traffico e di saturazione della linea (i sindaci), ovvero fasi concatenate in una tempistica progettualmente predefinita (i promotori);
6. l’esatta fasizzazione del progetto, gli standard tecnici da adottare, la definizione dei tracciati vengono demandati alla prossima fase di progettazione preliminare che dovrà tuttavia tener conto di alcuni fondamentali capisaldi territoriali e funzionali (che, si nota per inciso, erano tutti assenti nel progetto originale del ‘supertunnel’), ed avverrà con la partecipazione attiva e responsabile di esperti nominati dagli enti territoriali.
In definitiva sbaglia sia chi dice che hanno vinto i promotori, sia chi dice che hanno vinto i sindaci. Oggi non ci sono né vincitori né vinti: ci sono solo regole nuove e più trasparenti per continuare a giocare la prossima partita.
Il precedente articolo di Drufuca sukk'iniziatia dei sindaci è qui