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Emily Shartin
Centri commerciali sotto la veranda
22 Maggio 2006
Articoli del 2005
Lifestyle centers: spazi urbani, o shopping malls travestiti? Dilemma per il Boston Globe, 4 agosto 2005 (f.b.)

Titolo originale: Malls, alfresco – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

Nell’ultima incarnazione del centro commerciale, si passeggia tra filari di alberi. Gli edifici sono alti uno o due piani, progettati per apparire caratteristici. La gente si siede per uno spuntino, sui tavolini sotto gli ombrelloni. Qualcuno può anche raggiungere casa solo passeggiando attraverso il prato.

Questi villaggi contengono negozi di classe, e sono pensati per attirare clienti ad alto reddito in cerca sia di acquisti che, dicono i costruttori, di sense of place comunitario.

Soprannominati “ lifestyle centers” da qualcuno, questi insediamenti stanno prendendo piede nel suburbio, come alternativa sia al tradizionale vecchio centro di acquisti in città, sia ai giganteschi centri commerciali al chiuso. E ora ci sono parecchi di questi progetti in corso di perfezionamento per le aree a ovest di Boston.

C’è una proposta del genere, per una miscela di negozi, ristoranti, residenza e qualche ufficio, in edifici bassi e con parco pubblico, in corso di discussione pubblica a Westborough. E progetti simili si stanno discutendo a Wayland e Berlin.

I lifestyle centers, che possono proporre più o meno gli stessi negozi di un mall tradizionale, sono pensati per essere invitanti al pedone, zone che favoriscono gli incontri tra le famiglie o i vicini.

”Credo che la gente sia in cerca dei bei vecchi tempi” dice Robert Demmons, architetto della Gorman Richardson Architects Inc. di Hopkinton, che sta progettando il complesso Westborough Centre. Racconta che è la residenza ad assicurare uno spazio vivo anche quando i negozi sono chiusi.

“Ci deve essere un’attività costante” dice. “Non devono esserci zone morte”.

Questi lifestyle centers sono l’ultima generazione in un albero genealogico che comprende sia il centro commerciale chiuso che i “ power centers” grandi spazi all’aria aperta che contengono negozi “ big-box” come Home Depot, popolari negli anni ‘90.

Secondo lo International Council of Shopping Centers, ci sono circa 130 lifestyle centers nel paese, come quelli di Acton, Hingham, o Millbury, e altri 40 circa in arrivo.

Le caratteristiche che li distinguono sono di solito la miscela di negozi – catene di livello superiore come Williams-Sonoma o Pottery Barn, nessun grande magazzino o big box – e la forma di insediamento all’aria aperta.

Ma Patrice Duker, portavoce dello ICSC, dice che si tratta di una formula fluida che può comprendere elementi quali residenza e intrattenimento. Alcuni centri contengono anche commercio alimentare o altre funzioni anchor.

I costruttori sostengono che l’idea è di creare una shopping experience che induca il visitatore a trascorrere più tempo nel centro. “Quello che si realizza è una specie di ambiente” dice Lou Petra, project manager per il complesso del Westborough Centre.

Costruttori e operatori riconoscono che il tentativo di costruire ambienti pittoreschi può apparire un po’ forzato a prima vista, dato che questi centri sono nuovi. Ma Alison Moore, portavoce per i responsabili del Wayland Town Center, afferma che i progettisti in quel caso conoscono bene lo stile New England, e anche se gli edifici appariranno nuovi in un primo tempo, alla fine sembreranno “autentici”.

Joe Laydon, urbanista a Wayland, dice che i funzionari comunali erano preoccupati per l’assenza di gettito fiscale degli edifici esistenti (un complesso a uffici inutilizzato).

Un insediamento che unisce commercio, spazi per uffici e residenza, dice, sarà in grado di sostenere meglio gli alti e bassi dell’economia. L’Ufficio Urbanistica sta esaminando la variante al piano necessaria a concedere l’autorizzazione.

Ma non tutti sono contenti di quanto stanno vedendo. Contro il Wayland Center è nato un gruppo detto Citizens Against Reckless Development. Teme che il progetto sia troppo grande per la città.

”Non è un centro di città” dice Alan Mandl, membro del gruppo. “È un centro commerciale”.

A Berlin, il costruttore Jon Delli Priscoli ha rivisto i suoi piani per uno shopping center convenzionale, che era stato respinto all’inizio dell’anno.

Ora sta pensando a un progetto che descrive come “più simile a una replica di downtown” con verde, negozi di lusso, architetture attraenti, e una miscela di case e appartamenti.

Jed Hayes, uno dei soci di SullivanHayes, le cui proposte per un lifestyle center a cavallo dei confini circoscrizionali Berlin-Hudson sono pure state affondate dagli elettori di Berlin quest’anno, dice che questo tipo di centri possono essere più “adattati alla comunità” di quanto non avvenga per il solito mall.

Hayes, che definisce il lifestyle center come un progetto solo commerciale, dice che proverà a Hudson con una nuova proposta; non fornisce alcun particolare del progetto.

Uno dei primi lifestyle centers dello stato, Derby Street Shoppes a Hingham, offre negozi come Gap, Crate and Barrel, Barnes & Noble, o Whole Foods Market. Sono sistemati attorno a un’area di parcheggio, in edifici di varie dimensioni, forme e colori.

Un complesso a Millbury costruito dalla stessa impresa, la W.S. Development Associates di Newton, comprende anche un cinema.

Terry Shook, socio di Shook Kelley, studio di architettura che rileva le percezioni del consumatore per utilizzarle a scopo di sviluppo progetti, afferma che la gente non trascorre più molto tempo nei giganteschi malls cresciuti nel paese a partire dagli anni ‘50.

”Il mall per noi non è più conveniente” dice. Allo stesso tempo, il consumatore vuole ambienti che offrano esperienze interessanti dal punto di vista sociale e dell’intrattenimento. Shook, che era a Cambridge la scorsa settimana per una lezione alla Harvard Design School, interpreta la tendenza dei lifestyle center come segno che “il suburbio sta iniziando a reinventarsi”. Crede che il modello si evolverà, a comprendere più abitazioni e spazi pubblici.

A Wellesley, i costruttori sperano di rifare la zona commerciale di Linden Street con nuovi negozi, ristoranti, uffici, e case. Rifiutano l’etichetta del lifestyle-center perché i negozi sono più di servizio.

Jim Lamp della Eastern Development, che sta dietro al progetto per Linden Street, dice che non si intende mettere in concorrenza la zona con la vicina Central Street. Una striscia commerciale che vanta il tipo di negozi di livello superiore e ristoranti, insieme all’ambiente pedestrian-friendly, che tentano di costruire tanti lifestyle centers.

Nota: il testo originale al sito del Boston Globe (f.b.)

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