Nel lunghissimo elenco delle grandi opere del Cavaliere è esattamente definita “asse viario Marche Umbria e quadrilatero di penetrazione interna”. Il valore complessivo messo in gara è di 2.094 milioni di euro. Per la sua realizzazione, ci saranno due contraenti generali per la scelta dei quali sono in corso le gare: una con un importo di 1.296 milioni e una di 798. È stata la prima grande opera presentata, come “progetto pilota”, con una conferenza stampa, addirittura prima dell’emanazione del decreto legislativo 190 del 2002 con il quale si è data attuazione alla cosiddetta legge obiettivo (443/2001).
Il quadrilatero è però una grande opera solo dal punto di vista virtuale. Si compone in realtà di una serie di strade umbro-marchigiane sulle quali sono previsti interventi di completamento, integrazione e riqualificazione. Quella sulla quale è previsto l'intervento di riqualificazione più lungo, 42 chilometri, è la SS 77 che collega Foligno a Civitanova Marche. Nel programma delle due regioni interessate le priorità erano altre, ma proprio questa è la strada che attraversa il collegio elettorale nel quale è stato candidato il viceministro dell’economia Mario Baldassarri. Il secondo intervento, parallelo al primo, è quello sull’asse Perugia-Ancona (SS 76 E SS 318) con lavori per una lunghezza di 31 chilometri. Oltre che su questi due assi paralleli sono previsti un’altra decina di piccoli interventi, fra i quali due collegamenti trasversali che vanno a comporre una sorta di quadrilatero. Dunque l’esigenza era molto semplice: riqualificare e completare strade, e solo strade, per uno sviluppo complessivo di 158,50 km. Eppure su questa semplice esigenza si è costruita un’architettura contrattuale e finanziaria che solo la mente contorta di qualche cultore della complicazione poteva immaginare. Lo studio prevede un finanziamento diretto dello Stato, e in parte delle Regioni Umbria e Marche, che dovrebbe coprire circa l’84 per cento del costo. La “novità finanziaria” della Public-Private Partnership dovrebbe garantire il restante 16 per cento, composto da circa il 15 per cento di apporto in termini di equity (capitale di rischio della società incaricata della realizzazione) e per l’11 per cento dalla “cattura del valore” prodotto sul territorio dagli interventi. A gestire il tutto sarà un soggetto unico che, come per il Ponte sullo Stretto e come per l’alta velocità, sarà una società di diritto privato, una Spa, denominata “Quadrilatero Marche-Umbria Spa”, con capitale posseduto tutto e solo da soci pubblici: 51 per cento Anas Spa, il 49 per cento da Sviluppo Italia Spa.
Il soggetto attuatore, oltre a realizzare le strade con i contraenti generali, gestirà per trent’anni un “Piano di area vasta” (Pav) del quadrilatero con il quale dovrebbe garantire appunto i cosiddetti “ricavi da cattura del valore”. Il Pav coinvolge ben 58 comuni, sul territorio dei quali verranno individuate le “aree leader” (previste dallo studio in numero di sette per una superficie complessiva di 700-800mila metri quadri e per un volume edificabile di 1,9-2 milioni di metri cubi) e le “aree produttive industriali, artigianali e terziarie” interessate e valorizzate dalle nuove infrastrutture. I ricavi provenienti dalla “cattura del valore” dovrebbero essere prodotti da due azioni distinte. Una è la realizzazione delle “aree leader”, l’altra, coinvolge in modo diffuso tutto il territorio ed è quella che dovrebbe catturare ed attualizzare il “valore futuro” prodotto dalle nuove infrastrutture. L’apporto finanziario derivante da un complicato ed oneroso impegno dei comuni e delle camere di commercio (ergo dei cittadini attraverso l’Ici e delle piccole imprese locali per la maggiorazione della tassa di iscrizione), potrebbe però diventare addirittura insignificante. La percentuale dell’11 per cento, derivante dalla cattura del valore, è stata calcolata in base ad uno studio di fattibilità del 2001 che stimava il costo complessivo in 1.399 milioni di euro. Il costo stimato per le stesse opere dal governo, con il Dpef 2003-2005, era di 1.808 milioni. Con la delibera del Cipe del dicembre 2003 il costo è salito ancora fino a toccare i 2.157 milioni. Con il Dpef 2005-2008 il costo è stimato in 2.322 milioni di euro. E i cantieri ancora devono essere aperti. Quadrilatero Spa, con l’affidamento della progettazione e la realizzazione delle opere ai contraenti generali, assumerà degli impegni contrattuali sulla base di progetti non esecutivi e con una relazione contrattuale che produrrà una inevitabile lievitazione dei costi, come dimostra la storia ultradecennale della Tav, e che porterà la cosiddetta cattura del valore a coprire al massimo il 3-4 per cento dei costi. Un risultato davvero straordinario per un “progetto pilota” di finanza di progetto innovativa.
E che dire dell’impatto sulla struttura imprenditoriale locale? Che senso ha fare due maxi-gare, aggregando artificiosamente degli interventi su tratti di strade distinti e di dimensioni limitate (fra i quali, due di 3 km, uno di 8 km), in due regioni prive di grandi imprese, anzi caratterizzate da un tessuto di piccole e medie? Perché intervenire con due maxi-gare per i pochissimi e noti contraenti generali, anziché con più gare di appalto alle quali potrebbero partecipare centinaia di imprese anche umbro-marchigiane? E che dire del significato dirompente del Pav nei confronti della pianificazione urbanistica e territoriale degli enti locali, del ribaltamento dei ruoli tra amministrazioni pubbliche – garanti dell’interesse comune – esautorate della loro potestà pianificatoria, che viene data in mano ad una società di diritto privato, che ha il solo compito di garantire un’architettura finanziaria fatta tutta e solo di risorse pubbliche dirette e indirette? Vale la pena il “sacco” del territorio delle due regioni in cambio di ulteriori e certi debiti futuri?
La risposta è anche in una domanda, posta ai ministri competenti con una interpellanza, dai senatori Anna Donati, Paolo Brutti e Tana De Zulueta, nella quale rilevavano che “il vice ministro Mario Baldassarri è stato candidato alle elezioni politiche del 2001 nel collegio n° 4 di Macerata, senza essere stato eletto deputato; tale collegio è interessato dalla infrastruttura denominata Quadrilatero”, e chiedevano “se non ritengano che il vice ministro Mario Baldassarri utilizzi il suo ruolo di segretario del Cipe per servirsi della promozione del progetto Quadrilatero come propaganda elettorale a fini personali e di parte”.