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Giovanna Vitale
Case requisite a Cinecittà indagato il presidente Medici
23 Maggio 2006
Articoli del 2005
Sandro Medici, primo cittadino del popoloso quartiere romano di Cinecittà, ha tentato di sopperire alle colpevoli assenze della politica. La notizia da la Repubblica del 26 ottobre 2005

Come Robin Hood non ha voluto sentire ragioni. Ha preso ai ricchi, quelli che in piena emergenza abitativa si permettono il lusso di tenere le case sfitte, per destinarli ai poveri, i tanti sfrattati che nella zona di Cinecittà chiedono un tetto dove dormire. E così ieri Sandro Medici, minisindaco del X municipio, si è beccato un´accusa per abuso d´ufficio: la procura ha aperto un fascicolo sulla vicenda dei 12 appartamenti vuoti in via Lucio Calpurnio Bibulo 13 requisiti temporaneamente dal municipio, iscrivendo nel registro degli indagati il presidente, firmatario dell´ordinanza. Gli accertamenti, affidati ai pm Vitello e Palaia, sono partiti sulla base di una segnalazione della Digos.

«Vedremo come va a finire», replica Medici per nulla intimorito, «anche se la tempestività dell´inchiesta dice almeno una cosa: che abbiamo toccato l´intoccabile, ovvero il patrimonio immobiliare inutilizzato, uno scandalo tutto italiano che consente ad alcune persone di non rispondere a una responsabilità sociale per godere di fonti di reddito e di guadagno parassitarie». Ostenta serenità il minisindaco eletto come indipendente nelle fila di Rifondazione: «Io penso di aver fatto solo il mio dovere di amministratore: da qui a giugno nel mio municipio dovrebbero essere eseguiti qualcosa come 2.000 sfratti. Sono convinto che i diritti sociali non possono essere trattati come gli altri diritti, perciò non è giusto che siano oggetto di inchieste giudiziarie».

Un´iniziativa però sostenuta solo da Rifondazione e dal consigliere comunale "disobbediente" Nunzio D´Erme. La Cdl ha chiesto le immediate dimissioni di Medici. E anche il Campidoglio, per bocca dell´assessore al Patrimonio Claudio Minelli, prende le distanze: «I provvedimenti di requisizione hanno un significato di protesta di fronte al dramma acutissimo dell´emergenza casa, ma non possono rappresentare, in fatto di politica abitativa, una scelta di governo».

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