I costruttori milanesi lamentano la mancanza di aree disponibili subito per costruire alloggi sociali, a prezzo scontato? «Le aree per l'housing sociale ci sono già. A sufficienza per creare subito quattromila alloggi», rispedisce l'obiezione al mittente Ada Lucia De Cesaris, assessore all'Urbanistica del Comune. Assimpredil considera insostenibile la quota di affitto (0,10 ogni metro quadrato di affitto convenzionato e 0,05 di canone sociale) presente nei nuovi progetti? «Non solo il modello è economicamente sostenibile ma farà riprendere il mercato. Anche a vantaggio delle imprese di costruzione», ribatte secca l'assessore, rispedendo al mittente le due principali obiezioni al modello dihousing sociale contenuto nel Pgt. Obiezioni segnalate dagli operatori del settore su queste pagine mercoledì scorso.
Per quanto riguarda le aree, De Cesaris fa riferimento a quelle già messe sul piatto dalla precedente giunta e non ancora sfruttate ma anche a spazi nuovi.
«L'area pubblica di Ronchetto sul Naviglio, per esempio, sarà destinata a residenza sociale», anticipa l'assessore. Che poi torna sulla questione più delicata, quella degli indici di edificabilità: «Il nostro ridisegno degli indici non è punitivo. Non cambia la sostanza rispetto agli indici del vecchio Prg. Certo, rispetto al Pgt messo a punto dalla giunta precedente abbiamo ridotto un'edificabilità enorme. Che nella situazione attuale neppure per gli operatori del settore sarebbe sostenibile».
Tornando alla quota di affitto, secondo De Cesaris «tutti dobbiamo renderci conto che il mondo è cambiato. La gente ha bisogno di locazione e vendita a prezzi accettabili. Ed è a questa domanda che dobbiamo dare una risposta. Molti imprenditori ci hanno già garantito che si può fare». Chi vuole concentrarsi solo sull'edilizia libera anche nelle aree superiori a diecimila metri quadrati può sempre consegnare al Comune la parte dell'area destinata a vendita convenzionata e ad affitto convenzionato o sociale. Ma palazzo Marino avrà le forze per gestire la messa sul mercato, attraverso bandi ad hoc, di numerose aree a costo zero (o quasi) per l'housing sociale? «Certo che abbiamo forze adeguate, questo è un compito e un ruolo che spetta al Comune».
Se sull'affitto convenzionato c'è un dialogo aperto con i costruttori, sulla quota dello 0,05 di canone sociale nessuno — né imprese, né cooperative — vuole sentire ragioni: «Troppo costoso, non si può fare dicono tutti». «Anche questo non è un problema — taglia corto De Cesaris —. Stiamo creando un sistema di monetizzazione. Permetteremo di convertire la quota di edilizia sociale in edilizia agevolata in cambio di una contropartita economica. Questi soldi andranno ad alimentare un fondo per chi fa residenze sociali».