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"Casa: affitto, acquisto"
11 Aprile 2007
Lettere e Interventi
Andrea Declich

Cari amici di Eddyburg,

ho letto l'articolo di Caudo su "Vivere in affitto, in Italia" , del 07.04.2007. Ho un paio di domande.

Visto che gli affitti sono così alti, non sarà forse questa la ragione per cui, alla fine, la gente finisce per comprarsela la casa?

Questo fatto spiegherebbero perché solo quelli veramente poveri stanno in affitto. Per gli altri, la scelta più intelligente, è quella di non buttar via i propri soldi. Un modo come un alto per tenere alta la pressione della domanda (e fare i soldi col mattone)... Negli anni passati, quando i tassi di interesse furono abbassati dal primo governo Prodi, era chiaro che questo convenisse.

Certo, parlo per impressioni, ma forse voi ne sapete di più.

Si parla del 18,7% circa di famiglie che non vivono in case di proprietà. Certo, anche il giovane trentenne che non riesce a vivere da solo vive in una casa di proprietà (della famiglia). Insomma: non pensate che, forse, queste statistiche sugli affitti diano una immagine del paese fuorviante?

Fatemi sapere che ne pensate. Buon lavoro

La rigidità del mercato dell'affitto in Italia, ovvero assenza di affitti a canone sociale, a canone intermedio, e quindi solo offerta di alloggi a libero mercato, ha spinto molte persone a "scegliere" di comprare casa. Una scelta obbligata. Negli ultimi anni molte famiglie hanno comprato casa aiutate dalla relativa facilità con cui le banche concedono mutui. Nell'articolo che segue si dà conto di come le famiglie si siano indebitate di più e per più tempo (i mutui a 30-40 anni sono ormai la norma). Il lettore coglie quindi un dato reale che si nasconde dietro i dati della crescita dei "proprietari" di case: sostenere il mercato immobiliare tenendo alta la domanda ed evitarne una brusca caduta. Ma c'è anche un altro aspetto non sempre evidenziato, il rovescio della medaglia: la compressione della capacità di spesa delle famiglie. Una compressione che destina oggi, e per i prossimi decenni, oltre il 50% del reddito delle famiglie alla rata di mutuo. Non ci sono indagini specifiche ma è evidente che questo rappresenta una zavorra notevole alla crescita economica del Paese. Indirettamente la comparsa sul mercato di prestiti al consumo offerti alle famiglie "proprietarie" di case anche se ancora risultano impegnate a pagare il mutuo, è una conferma di questo disagio. Negli Stati Uniti questo meccanismo del "prestito sul prestito" ha alimentato i consumi interni negli ultimi dieci anni ma oggi i nodi sono venuti al pettine. E' di questi giorni il fallimento di una compagnia di prestiti specializzata nella concessione di mutui per le famiglie che non potevano offrire garanzie.

La finanziarizzazione del mercato immobiliare, si veda l'articolo per eddyburg "Case di carta", è la spiegazione di molte delle questioni che riguardano oggi la nuova questione abitativa. I dati vanno letti quindi per quello che sono e l'immagine "fuorviante" che ne viene fuori è che non si può pensare che tutti saranno proprietari e considerare il mercato dell'affitto come un mercato marginale, destinato solo ai poveri. Ci sono diverse ragioni per questo, e quello di dare una casa a chi non la può comprare è solo una parte del ragionamento: oggi il mercato dell'affitto è centrale per assecondare la dinamicità della società, soprattutto nei primi anni di formazione della famiglia, è centrale per consentire di accogliere il flusso di persone che attraversano il "mondo" delle città, per accogliere le forze più giovani e dinamiche della società. Insomma, in tutti i paesi civili l'affitto è considerato un mercato centrale per contribuire a rafforzare l'economia del paese. Per questo ad esempio la Spagna, la Francia, e l'Inghilterra hanno politiche nazionali per l'affitto a costi accessibili. Da noi questo segmento del mercato non esiste proprio e si fa anche fatica a inserirlo nell'agenda politica. Ma i dati, ormai da anni, dicono solo questo: la necessità di non considerare più il mercato dell'affitto come mercato marginale e la necessità di avviare politiche specifiche per ampliare l'offerta di alloggi in affitto. (g.c.)

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