Esiste il machismo politico, una forma di esibizionismo che raggiunge i vertici in campagna elettorale. Un esempio di scuola è rappresentato dall’annuncio del Presidente della Regione Sardegna...>>>
Esiste il machismo politico, una forma di esibizionismo che raggiunge i vertici in campagna elettorale. Un esempio di scuola è rappresentato dall’annuncio del Presidente della Regione Sardegna il quale giunge al traguardo dei cinque anni di legislatura e tenta di approvare con il coltello tra i denti il nuovo Piano paesaggistico detto dei sardi. E di farlo a tre giorni dalle elezioni.
Un tentativo disperato, visto che se il nostro Presidente fosse certo della vittoria aspetterebbe pazientemente la sua nuova Giunta e realizzerebbe il sogno dei metri cubi in paillettes, i boschi al mentolo, gli stagni deodorati, le spiagge finte, le case rosa, gli emiri in berritta, le vigne del nonno, le campagne edificate ogni ettaro, il sogno del sì a tutto. Quella visione del mondo che ha causato la distruzione il 18 novembre e le vittime dell’alluvione.
Il nuovo Piano, si sa, è illegittimo e, semmai venisse approvato, sarebbe annullato per un’interminabile serie di motivi, ciascuno sufficiente a cancellarlo. Il terribile Piano dei sardi, neppure ancora approvato, è stato impugnato. Ma le digestioni dei giudici costituzionali sono lente. Questa illegittima approvazione annunciata ha il pregio di rendere più rapido l’annullamento, senza dispepsie giuridiche, grazie all’irregolarità di un atto fondamentale racchiuso in un acronimo gentile detto VAS, che significa Valutazione Ambientale Strategica.
Il doping politico consiste, in questo caso, nell’illusione che l’azione muscolare di approvare il nuovo Piano possa cancellare procedure e regole. La rimasticazione di un fritto misto di giuridico piegato al politico. E quando si mischiano brutalmente le due sostanze - la politica e le leggi - decadono insieme lo spirito della politica e lo spirito delle leggi.
La VAS è uno strumento che garantisce la concreta partecipazione della comunità locali sempre invocate da tutti come stella polare di ogni azione politica, ma puntualmente maltrattate. E obbliga le Amministrazioni pubbliche a coinvolgere le associazioni, i movimenti e i cittadini, tutti quelli che sono interessati all’elaborazione del Piano paesaggistico.
Un coinvolgimento ancora più necessario se la valutazione riguarda beni protetti dalla Costituzione: l’ambiente e il paesaggio. Uno strumento, la VAS, che tocca il campo del reale, il mondo in cui viviamo, la terra sulla quale camminiamo, l’acqua che beviamo, l’aria e il mondo che vediamo.
Insomma, un Piano paesaggistico senza una VAS adeguata - quello che vogliono propinarci come la medicina di Pinocchio - verrà annullato in ogni sede, da ogni tribunale e sarà cancellato dalla storia e dalla memoria locali. E che mondo sarebbe quello nel quale ci raccontano che ci difendono, ci tutelano, pensano alla comunità” e poi deformano a piacimento proprio lo strumento che ci difende e ci tutela?
Con un nervoso atto d’imperio locale e una crosta di finto autonomismo questo Piano paesaggistico ci viene comunicato a tempo scaduto, a cose avvenute. Il Presidente e i suoi Uffici, l’Assessorato all’Urbanistica e il suo Direttore generale, hanno raccontato, durante memorabili riunioni, meraviglie del nuovo Piano e sempre coinvolgendo, solo con le parole, le disgraziate comunità locali , perfino Uras, Olbia, Terralba e molte altre che, invece, sono le più abbandonate e addolorate. E non si potrà chiedere a un Ufficio dell’Assessorato all’Ambiente di sottoscrivere un desolante procedimento monco, ostile all’Ambiente e ai cittadini. Mentre la “partecipazione” è consistita solo nella simulata partecipazione di “Sardegna Nuove Idee”, una trovata della facoltà di architettura di Alghero.
Non c’è in tutta la valutazione ambientale di questo Piano la voce di un cittadino, di un’associazione, di un movimento. Assenti, del tutto le comunità locali, spesso volutamente confuse con i sindaci. Sarebbe una VAS postuma, ad Ambiente e paesaggio morti. Dice che viviamo in un sistema bipolare e, in effetti, ci pare di vivere in un sistema ciclotimico.