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Maria Pia Guermandi
Campagna elettorale "piatta e triviale"
16 Marzo 2005
Scritti ricevuti
L’espressione adoperata da Antonio Bonomi nel trasmettere lo scambio di messaggi Mercalli/Bresso è ripresa in questa accorata testimonianza dall’Emilia-Romagna. È del 15 marzo 2005. Speriamo che arrivino segnali migliori

Anch’io, come Antonio Bonomi, mi ritrovo invischiata, per lo meno come cittadina-elettrice, nella campagna elettorale "piatta e triviale" dell’Emilia Romagna: per me, bolognese che ha vissuto in prima persona l’entusiasmo per la candidatura Cofferati, che l’ha sostenuto e ha condiviso il grande momento di euforia seguito alla sua vittoria, si tratta di una conferma sempre più amara alle delusioni che si sono succedute in questi mesi. Sarà perché si parla, nel nostro caso, di una "gara" con vincitore ampiamente annunciato, o perché qui (ma anche altrove) il consiglio regionale è considerato (dagli stessi partiti, prima di tutti) poco più che un lussuoso cimitero degli elefanti o una rampa, il più possibile provvisoria, per giovani politici rampanti, ma il livello del dibattito politico locale è veramente sceso al di sotto di ogni decenza. Le liste presentate dal centro sinistra (degli altri non mi curo, of course) sono infarcite di segretari di partito o di politici in disarmo e gli unici momenti di suspence sono stati vissuti quando, al momento della stretta finale, si sono cercate affannosamente delle candidate donne da poter inserire per far vedere che loro ci tengono a noi….

Il listino del Presidente, in questo senso, tocca il fondo: "pensato" (ma da chi, ma quando?) come lo strumento per consentire a personalità della così detta società civile di accedere ad una esperienza di politica attiva, in Emilia Romagna coincide pressochè esattamente con l’elenco, in rigidissimo ordine di peso elettorale, dei segretari del centro sinistra, DS esclusi perché già sicuri nel proporzionale. La campagna elettorale dei vari candidati, poi, è un insulto quotidiano all’intelligenza e alla pazienza dell’elettore; nella totale assenza di un qualche programma politico dello schieramento degno di questo nome, c’è la corsa al "fai da te" con risultati che, oltre ad evidenziare la superficialità e l’approssimazione dei candidati, assumono a volte connotati farseschi (ma è l’ungarettiana allegria di naufragi): sciupio di aperitivi e "dibattiti" (e torna alla mente il morettiano ‘no, il dibattito, no!’) alla spasmodica ricerca di una visibilità momentanea ma "produttiva"…dal punto di vista dei voti.

Anche a chi è solo lettore delle cronache un po’ meno che distratto, infine, risulta palese il feroce scontro in atto non fra opposti schieramenti, ma all’interno della stessa Fed e dello stesso partito, more solito.

Pressochè nessuno che proponga un programma serio di ascolto e dialogo con l’elettorato e poi ci si lamenta che i cittadini non sappiano quasi nulla dell’Ente Regione e non lo "sentano" vicino. Eppure, anche grazie alle pasticciate (Bassanini) e sciagurate (Berlusconi -.Bossi – Calderoli) riforme pro-devolution, le politiche regionali sono destinate ad incidere sempre più sull’organizzazione della nostra società: dal governo del territorio alle politiche del welfare. Il ruolo delle Regioni, quindi, fin dalla prossima legislatura, si amplierà notevolmente andando a ricoprire ruoli di tutela, programmazione, pianificazione, salvaguardia e chi più ne ha più ne metta, così come pomposamente ribadito negli Statuti regionali recentemente approvati, la cui innovazione più rilevante - per dirla con le parole di Marco Cammelli – consiste nell’aumento del numero dei consiglieri.

Basta: temo che il mio cahiérs de doléances sia fin troppo condiviso per nutrire un qualche interesse di novità; da inveterata ottimista, alla pars destruens, mi sforzo comunque di aggiungere una piccolissima proposta che ha come perno proprio eddyburg, considerato come una delle poche agorai che funzionano: proviamo a stilare – noi elettori – un elenco di domande "cruciali" da sottoporre ai vari candidati per cercare di farli uscire allo scoperto: ne bastano pochissime, ma ben congegnate, mirate al proprio contesto territoriale di riferimento, oppure sulla loro volontà di contrastare la legge Lupi. Una volta predisposte si inviano ai candidati di centro sinistra (quasi tutti dotatisi per l’occasione di sito omonimo) e si socializzano le risposte. Trovo non inutile anche un passaparola ragionato e motivato, così come provò a fare eddyburg per le amministrative dello scorso anno.

Perché alla fine, votare bisogna e farlo sempre solo col naso turato, provoca dei problemi di respirazione.

Attendo segnalazioni e mi vado a rileggere Platone…la Repubblica.

Un po' di Platone anche in Eddyburg

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